La Commissione europea ha dato l’ok all’atteso decreto del ministero dell’Ambiente che regola le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e a un finanziamento pubblico da 5,7 miliardi per sostenerle. Una comunità energetica rinnovabile è un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole e medie imprese che si mettono insieme per produrre e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. In pratica, un gruppo di cittadini, un condominio, un piccolo Comune, un gruppo di aziende, si associano con una società energetica. Questa costruisce sul posto una piccola centrale a fonte rinnovabile (eolica, solare, idroelettrica, a biomasse) e fornisce elettricità ai suoi associati.

I vantaggi sono molteplici: le comunità locali ottengono corrente a basso prezzo, riducono le emissioni e aumentano l’indipendenza energetica del Paese. E’ il modello della “produzione diffusa“, tipico delle fonti rinnovabili. Non più grandi centrali, come quelle a gas, a carbone o nucleari, ma tanti piccoli impianti sparsi sul territorio, molti dei quali per l’autoconsumo di piccole comunità e aree industriali.

Il piano di aiuti del governo alle comunità energetiche approvato dalla Ue prevede due stanziamenti. Uno di 3,5 miliardi di euro, finanziato con un prelievo sulle bollette elettriche di tutti gli utenti, per garantire per 20 anni alle comunità una tariffa elettrica vantaggiosa. Il secondo stanziamento, di 2,2 miliardi, viene dal Pnrr: servirà a finanziare fino al 40% i progetti per la costruzione degli impianti in Comuni con meno di 5.000 abitanti, fino alla capacità complessiva di 2 gigawatt. La potenza dei singoli impianti non può superare 1 megawatt.

Per il ministro Gilberto Pichetto “siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia. Ora le Comunità energetiche rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale”. Il ministro nel settembre scorso aveva fatto la previsione della nascita nei prossimi anni di 15-20mila Comunità in Italia. A fine 2022, secondo i dati del Gse (Gestore dei servizi energetici, la società pubblica per la promozione delle rinnovabili) le Cer in Italia erano solo 21, più 46 “configurazioni di autoconsumo collettivo”, in pratica comunità molto piccole. “Ora le Comunità energetiche rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese”, ha commentato Pichetto. Più prudenti i deputati Pd Simona Bonafè e Marco Simiani: “Attendiamo adesso di conoscere nel dettaglio il provvedimento per verificare se siano state recepite le indicazioni delle imprese e dei consumatori e se siano realmente presenti misure efficaci ed incentivi adeguati”.

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