L’Europarlamento dà il via libera al Regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr) che introduce nuovi divieti sul packaging monouso e impone target di riutilizzo. L’approvazione è arrivata a larga maggioranza: hanno votato a favore Pd, M5s e anche la gran parte di Forza Italia con conseguente rottura del fronte dei partiti di maggioranza di governo (Lega e Fdi hanno infatti votato contro). Ma il testo non è più quello proposto il 30 novembre 2022 dalla Commissione europea, contro cui tanto ha combattuto la stessa industria italiana. Anzi: quell’industria porta a casa il miglior risultato che avrebbe potuto ottenere, visti gli step degli ultimi mesi. Ci sono voluti circa duemila emendamenti tra Commissioni e plenaria per mantenere le confezioni monouso. Con 426 voti favorevoli (su 625 votanti), 125 contrari e 74 astenuti la plenaria ha così approvato un testo più morbido, perché diverse modifiche proposte dai gruppi di maggioranza sono passate prima del voto finale. La posizione negoziale di Strasburgo, dunque, è meno ambiziosa, mentre il Consiglio Ue definirà la sua il 18 dicembre. Poi si passerà alla fase del “trilogo”, il negoziato informale tra Parlamento, Consiglio e Commissione, probabilmente da gennaio 2024. Restano gli obiettivi, ma si eliminano molti degli strumenti con cui si sarebbero dovuti raggiungere. L’annacquamento del testo, però, non è stata solo opera della destra, come fa notare la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, riferendosi ai colleghi del Pd.

Le reazioni – “Siamo preoccupati per le posizioni del Partito Democratico, che al Parlamento europeo esprime sulle tematiche ambientali le stesse posizioni di Fratelli d’Italia e Forza Italia” commentano i pentastellati, ricordando il precedente del voto per includere il nucleare fra le tecnologie a zero emissioni. Fotografano la situazione le parole del dem Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura, che elogia “gli sforzi di mediazione degli eurodeputati Pd, in particolare dei colleghi Patrizia Toia e Achille Variati”. Mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (FdI) esulta: “L’Italia ha vinto una battaglia in Europa con la forza del buon senso che motiva le nostre azioni”. Soddisfatto anche il vicepremier Antonio Tajani: “Grande vittoria di Forza Italia e del Ppe con importanti modifiche al regolamento sugli imballaggi. Bloccata la deriva populista sul riuso spinto che penalizza industria e agricoltura”.

Rivisto l’elenco degli imballaggi monouso vietati – L’entusiasmo generale nasconde il fatto che a subire un duro colpo è stato l’allegato V dell’articolo 22, ossia l’elenco dei formati di imballaggio non necessari e quindi da vietare. Sono state approvate ampie deroghe proposte dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (Itre) del Parlamento Ue e da una delegazione di eurodeputati italiani. Il testo vieta la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. E propone di limitare l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti. Dall’elenco dei divieti, però, scompaiono piatti e tazze usa e getta dei ristoranti, imballaggi monouso per frutta e verdura fresca (sotto 1,5 chilogrammi in origine, sotto un chilo nel testo che usciva dalla Commissione), salse, bustine di zucchero e altre bustine monouso. “È stato rivisto drasticamente l’allegato” spiega l’europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini, relatore del regolamento per il Ppe e peraltro tra gli azzurri che hanno contro. Il risultato è che “gran parte degli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti resterà sul mercato unico europeo” conferma Salini. L’eurodeputata del M5s Maria Angela Danzì, invece, esprime “rammarico” a nome del gruppo “sulla mancata approvazione del divieto di eliminare gli imballaggi in plastica per i prodotti ortofrutticoli che pesano meno di un chilogrammo”.

Tra target mantenuti e deroghe (soprattutto sul riuso) – Gli obiettivi di prevenzione dei rifiuti sono stati mantenuti al 5% entro il 2030, al 10% entro il 2035 e al 15% entro il 2040, mentre sono stati proposti target specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). Il testo approvato, però, elimina i meccanismi cruciali necessari per raggiungere tali obiettivi. Per esempio nel riuso: “Una delle principali deroghe agli obiettivi di riutilizzo prevede che se uno Stato membro possa essere esentato dai target di riutilizzo di determinati imballaggi, qualora dichiari di aver raggiunto un tasso di riciclo superiore all’85% per quel tipo di packaging specifico”, spiega Aline Maigret, responsabile Politiche della ong Zero Waste Europe. “Comparti chiave del nostro settore agro-alimentare vengono esclusi da questo regolamento, a partire dalle indicazioni geografiche fino all’ortofrutta e al florovivaismo, dai vini alle bevande alcoliche, fino alle bioplastiche e ai contenitori in carta del settore della ristorazione”, commenta il dem De Castro. I deputati, in compenso, chiedono di vietare l’uso dei Pfas e del bisfenolo A negli imballaggi per alimenti.

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