OpenAI ha dichiarato che Sam Altman, CEO estromesso, tornerà nella società che ha creato ChatGPT e che lo aveva licenziato alla fine della scorsa settimana, ultimo episodio di una saga che ha sconvolto l’industria dell’intelligenza artificiale. La startup, con sede a San Francisco, ieri martedì 21 ha spiegato in un comunicato ufficiale di aver infatti trovato un’intesa con l’imprenditore e informatico: “Abbiamo raggiunto un accordo di principio per il ritorno di Sam Altman in OpenAI come CEO, con un nuovo consiglio di amministrazione iniziale”.

Il precedente consiglio di amministrazione di OpenAI, che includeva il CEO di Quora Adam D’Angelo, si era rifiutato di fornire spiegazioni ufficiali per il licenziamento improvviso di Altman, avvenuto venerdì scorso, provocando così un fine settimana di conflitti interni all’azienda e di crescenti pressioni esterne da parte degli investitori della startup. In particolare Microsoft, che ha investito miliardi di dollari in OpenAI e che detiene i diritti della sua tecnologia, si era rapidamente mossa per assumere Altman lunedì e metterlo a capo di una speciale divisione per l’Intelligenza artificiale, così come un altro cofondatore ed ex presidente, Greg Brockman, che si era dimesso per protesta dopo la rimozione di Altman.

Questo aveva inoltre scatenato una minaccia di esodo di quasi tutti i 770 dipendenti della startup, che avevano prontamente firmato una lettera per chiedere le dimissioni del consiglio di amministrazione e il ritorno di Altman. Richiesta alla fine accolta, nonostante le divergenze tra Altman e il consiglio di OpenAI che, secondo alcune fonti, sono sostanziali e hanno a che fare con la velocità con cui sviluppare, diffondere e commercializzare i sistemi di intelligenze artificiali.

L’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella, in una serie di interviste rilasciate lunedì, ha spiegato quanto sia prioritaria, ma possibile, la risoluzione dei problemi di governance e di accordo con il consiglio della startup. “Siamo incoraggiati dalle modifiche apportate al consiglio di amministrazione di OpenAI”, ha scritto Nadella su X nella tarda serata di martedì. “Crediamo che questo sia un primo passo fondamentale verso una governance più stabile, informata e funzionale”.

Co-fondata da Altman come organizzazione no-profit con la missione di costruire in modo sicuro la cosiddetta “intelligenza artificiale generale”, OpenAI è poi diventata un’azienda a scopo di lucro, ma fino a martedì scorso era ancora gestita dal un consiglio di amministrazione no-profit. Dopo questo ennesimo e repentino cambio di rotta, resterà da capire se anche questo aspetto evolverà, permettendo ad Altman di sfruttare a pieno, come auspicava, la fama ottenuta soprattutto nel corso dell’ultimo anno, ed espandersi attirando nuovi investitori.

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