Sul “mancato intervento” dei carabinieri dopo la chiamata al 112 – che segnalava un litigio di una coppia in un parcheggio in via Aldo Moro a Vigonovo – ci sono accertamenti della procura di Venezia. I magistrati hanno deciso di verificare cosa sia accaduto in seguito alla chiamata di un vicino di casa di Giulia Cecchettin per informare le forze dell’ordine di quanto aveva avuto modo di vedere dalla sua finestra.
Stando a quanto appreso finora, infatti, nessuna “gazzella” sarebbe intervenuta per verificare la segnalazione dall’uomo che, di fatto, stando all’inchiesta sul femminicidio della studentessa di cui è accusato Filippo Turetta, aveva assistito, ignaro, alla prima parte dell’aggressione dell’ex fidanzato della 22enne, poi proseguita nella zona industriale di Fossò, a qualche chilometro di distanza, dove l’avrebbe uccisa.
La procura – come rivelato dall’Adnkronos – ha quindi ora deciso di accertare se i carabinieri siano partiti per verificare quella chiamata d’allarme oppure l’auto con sirena non abbia mai raggiunto il luogo in cui Cecchettin è stata accoltellata una prima volta. La sosta durò pochi minuti, poi Turetta ripartì alla volta della seconda zona in cui è avvenuta l’aggressione mortale.
Giulia, probabilmente, non si sarebbe salvata – dalle telecamere che riprendono l’auto in movimento la Fiat Punto non resta ferma nel parcheggio per più di 5 minuti – ma il punto è un altro: quando un cittadino chiama, la pattuglia deve andare a verificare quanto segnalato. La registrazione della telefonata sarà ora acquisita dagli inquirenti.
Durante il dialogo tra l’uomo e il 112 – secondo quanto si è appreso – il testimone non sarebbe tuttavia stato in grado di dare indicazioni precise, per esempio l’accenno a un’auto di “colore scuro”, cosicché non sarebbe stato ritenuto urgente un intervento.
L’uomo disse di aver sentito urlare “mi fai male” e visto un uomo calciare una figura terra ma non riuscì a prendere la targa dell’auto. Quando in seguito si è passati alla fase dei controlli puntuali, gli investigatori sono intervenuti, andando anche alla ricerca delle macchie di sangue nel parcheggio, che in una fase inziale erano state tralasciate.