“Io faccio i piaceri alla gente … io faccio i favori … in continuazione … poi sono sempre il Presidente della Comunità Montana. Gestisco 14 comuni, è meglio tenermi amico no nemico”. Le cimici nascoste dai carabinieri nell’auto ci restituiscono la spregiudicatezza di Gennaro Caporaso, sindaco di Tocco Caudio (in provincia di Benevento) e dal 12 novembre responsabile provinciale Autonomie Locali per Fratelli d’Italia nella provincia, mentre parla con una signora che chiede una raccomandazione per un posto. Perché se sei fuori da quel sistema, rischi di fare la fine di un tale P. Alla domanda di un altro interlocutore sul perché costui, P., non lavorasse più, Caporaso rispose: “Come fa lui non faticherà né mo’ né mai… se uno invece si siede a tavolino… con me si deve ragionare, non si deve fare gli scemi…”.

Nella mattina del 22 novembre Caporaso è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di aver truccato tra il 2021 e il 2022 tre appalti del suo piccolo comune di appena 1400 anime, uno dei quali affidato al cognato di un consigliere comunale della sua maggioranza. Ma il vero potere, quello a cui fa riferimento, è il controllo della Comunità Montana del Taburno, composta per l’appunto da 14 comuni. Ente i cui operai, a leggere le 59 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip di Benevento Gelsomina Palmieri, erano a disposizione come giardinieri a chiamata, o quasi: mandati persino a potare le piante e gli alberi di condomini e abitazioni private, anche in comuni estranei alla Comunità Montana, per farsi buona immagine sul territorio, fino a quando non arriva una telefonata di protesta di un cittadino: “Se non mi dai una spiegazione plausibile – sibila a Caporaso – domani chiamo i giornali e vado dai carabinieri… questa non è pulizia questa è veramente una cosa ignobile”. Intorno a queste potature nelle carte si formula il reato di peculato, ma per il giudice non ce ne sono gli estremi. Il malcostume, però, è agli atti.

La Procura di Benevento guidata da Aldo Policastro aveva chiesto e ottenuto dal Gip di intercettare Caporaso e altri soggetti perché c’erano dei sospetti sul coinvolgimento del sindaco in due strani attentati: quattro colpi di fucile contro la serranda del bar Roma di Tocco Caudio e una bomba carta sotto la finestra di un’abitazione. Gli episodi sono avvenuti tra l’agosto e il settembre del 2021. Sentite a sommarie informazioni le vittime, era venuta fuori una denuncia per truffa di uno zio dei baristi contro Caporaso per la compravendita di una casa, nonché alcune proteste per l’assegnazione a una ditta estranea al territorio, di un appalto non ricompreso tra i tre oggetto delle misure cautelari.

Dall’ascolto delle conversazioni, peraltro condizionate dal fatto che due persone intercettate bonificano le auto e si accorgono dei microfoni, non emergeranno collegamenti tra il sindaco e le intimidazioni, i cui autori al momento non sono stati individuati. Sono invece uscite fuori le storie degli appalti truccati, le interferenze di Caporaso sulle procedure.

Uno degli appalti sotto inchiesta è quello per l’affidamento del servizio di accoglienza integrata per i minori stranieri non accompagnati. La torta dei fondi per i migranti fa gola, nel 2020 il Viminale aveva messo a disposizione circa 21 milioni di euro, negli anni scorsi Benevento fu al centro di rumorose indagini sulla disinvoltura di alcune cooperative locali. Nel 2021 il ministero ammette il progetto del Comune di Tocco Caudio tra i 45 finanziabili e stanzia “349.524,00 euro per il periodo di un anno eventualmente prorogabile”. Bisogna quindi fare il bando per il soggetto attuatore, ma secondo i pm Caporaso aveva già in mente di costituire l’Associazione temporanea di Imprese verso la quale pilotare la vittoria, ed “aveva già individuato l’immobile che avrebbe ospitato i minori stranieri non accompagnati”. Si tratta dell’appartamento di una signora, R. D. G. indagata a piede libero, che la procura vorrebbe interrogare nei prossimi giorni. Caporaso è intercettato in auto con lei mentre le dice: ‘Facciamo il bando per i neri, il bando”. Lei qualcosa già sapeva, pure senza bando: “Eh ma dice che dovevano venire i bambini [ … omissis . . . ] dice 14 bambini“. A quel punto lui si altera, teme forse di essere ascoltato: “Ti devi stare zitta qua dentro“.

Poi si lascia andare: “Sta tutto bene, non diciamo niente, ma io penso tra un mese è tutto a posto …. definiamo tutto le cose, poi la settimana prossima si fa il bando … fai conto che da adesso ad un mese ti chiamano per fare il contratto”. L’assegnazione all’Ati salterà per un problema tecnico, la gara viene vinta da un’altra cooperativa. No problem: il sindaco ne incontrerà il titolare e gli chiederà “una mano, una manina” per sistemare un tecnico e del personale. Del resto, il titolare della coop ha già provveduto a fare la cosa che era a cuore a Caporaso: affittare l’appartamento di R. D. G. “nonostante quest’ultima avesse tenuto un comportamento che lo aveva contrariato”. Tra uomini di mondo i favori si fanno e si ricevono.

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