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Scatta l’allarme per la “malattia del cervo zombie” dopo il primo esemplare trovato morto nel Parco di Yellowstone: ecco di cosa si tratta

Sono stati segnalati casi anche in renne e alci in Norvegia, Finlandia e Svezia

di Davide Turrini

Un cervo ritrovato morto nel Parco Nazionale di Yellowstone, negli Stati Uniti, è risultato positivo alla malattia del deperimento cronico (in inglese CWD) che a partire dai siti d’informazione statunitense è stata definita con ampia discrezione spettacolare la “malattia del cervo zombie”. Anche se nessun cervo, alce o renna si è risvegliata dalla morte andando in giro a mordere i consimili trasformandoli in zombie, la CWD viene definita malattia del cervo zombie perché le povere bestie che vengono infettate tra Stati Uniti e Canada sviluppano sintomi che possono includere la drastica perdita di peso, l’improvviso inciamparsi, la svogliatezza e altri sintomi neurologici che rendono l’andatura delle bestie moribonde come quella dei morti viventi nei film di George Romero.

La CWD può colpire animali di tutte le età e alcuni animali infetti possono morire senza mai sviluppare la malattia. La CWD è mortale per gli animali e non esistono trattamenti o vaccini. Ad oggi non sono stati segnalati casi di infezione da CWD nelle persone. Tuttavia, alcuni studi sugli animali suggeriscono che la CWD rappresenta un rischio per alcuni tipi di primati non umani, come le scimmie, che mangiando carne di animali infetti entrano in contatto con il cervello o i fluidi corporei di cervi o alci infetti. Peraltro dal 1997 l’OMS segnala come sia importante evitare che la carne di animali che possono sviluppare malattie da prioni entrino nella catena alimentare umana. Ancora ricordiamo in Europa cosa sia stato il morbo della mucca pazza o morbo di Creutzfeldt-Jakob sul finire degli anni ’90 quando si registrarono oltre 200 morti dovuto allo sviluppo della stessa patologia sugli esseri umani, nonché l’abbattimento di centinaia di migliaia di bovini anche non contagiati, ma presunti tali. Morbo che ancora colpisce l’uomo attraverso il consumo di carne bovina non controllata e che ha portato anche di recente nel 2022 alla morte di un uomo nel grossetano.

A Yellowstone peraltro sembra che non ci siano grossi allarmi. Gli scienziati ricordano comunque che le proteine della CWD “si diffondono tra gli animali attraverso fluidi corporei come feci, saliva, sangue o urina, sia attraverso il contatto diretto che indirettamente attraverso la contaminazione ambientale del suolo, del cibo o dell’acqua”. La direzione del National Park Service ha quindi specificato al pubblico di “evitare di toccare o maneggiare animali selvatici malati o morti poiché alcuni organismi patogeni possono essere trasmessi tra animali selvatici e persone. I dipendenti dell’NPS addestrati nella salute della fauna selvatica utilizzano misure protettive specifiche per trattare in sicurezza un animale selvatico che potrebbe essere morto di quella malattia”. Tracce di CWD in cervi, alci e/o alci ruspanti è stata segnalata in almeno 31 stati degli Stati Uniti continentali, nonché in tre province del Canada, nel novembre 2023. Sono stati segnalati casi anche in renne e alci in Norvegia, Finlandia e Svezia; mentre un piccolo numero di casi importati è stato segnalato in Corea del Sud.

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