Nella Striscia di Gaza ci sono oltre 50mila donne incinte, che stanno affrontando la gravidanza sotto le bombe e in condizioni igieniche drammatiche. L’accesso alle cure prenatali e agli ospedali è molto difficile e pericoloso, e sono in aumento i neonati prematuri. “Avere un letto in ospedale è impossibile, la maggior parte delle donne partorisce nei rifugi” spiega un operatore di Juzoor, realtà umanitaria partner di Oxfam tra le poche ancora operative nell’area settentrionale di Gaza. Al momento ci sono 500 donne incinte tra le 35mila persone stipate nei 13 rifugi dove opera l’ong, tutti privi di acqua potabile e servizi igienici, con 600 persone costrette a condividere un solo bagno. Le nascite premature sono aumentate del 25-30% a causa delle condizioni di incredibile stress a cui sono sottoposte le donne: costrette spesso a fuggire e camminare per lunghe distanze per salvarsi dai bombardamenti o a sopravvivere in centri sovraffollati.”Vediamo sempre più neonati a rischio. In ogni rifugio c’è stata la morte di almeno un bambino. Ora stiamo cercando di mobilitare una squadra di ostetriche per fornire cure prenatali e neonatali alle donne”.
Le cause di morte dei neonati con meno di 3 mesi di vita, come diarrea, ipotermia, disidratazione e infezioni, sono prevenibili. “Tante madri in questo momento non possono contare su quasi nessun supporto medico e sono costrette ad andare avanti senza acqua, servizi igienici, riscaldamento e cibo – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Se anche la pausa umanitaria di quattro giorni sarà mantenuta, non basterà assolutamente per far fronte agli immensi bisogni della popolazione”.
Il racconto fa parte di una serie di testimonianze giornaliere degli operatori e dei manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.
LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco. Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/