Cinema

C’è ancora domani, il Ministero negò i finanziamenti pubblici al film di Paola Cortellesi: “Opera di scarso valore”. Sangiuliano: “Fosse stato per me l’avrei finanziato”

La sottocommissione 4 del ministero eletta dall'allora ministro Franceschini bocciò il film diretto da Paola Cortellesi, favorendo Bellocchio, De Angelis e il futuro film di Luchetti. Anche se poi C'è ancora domani si è rifatto con il tax credit e con gli incassi stratosferici ottenuti in sala. Anche se la domanda oggi è: ma le grandi produzioni hanno bisogno di un finanziamento diretto?

C’è ancora domani di Paola Cortellesi è “opera di scarso valore” quindi niente finanziamenti pubblici. Questo è quello che sentenziò il Mibact oramai un paio d’anni fa, a metà 2022, non assegnando alcun contributo economico diretto statale al film. La notizia la riporta Repubblica e va in qualche modo spiegata bene. Intanto C’è ancora domani ha superato i venti milioni di euro d’incasso e veleggia probabilmente verso i 30, sempre che non si agganci al treno di titoli natalizi proseguendo una corsa di successo di pubblico inatteso e inarrestabile. Nel film in bianco e nero diretto da Paola Cortellesi si affronta il tema della violenza domestica contro le donne, evocando lo spettro del patriarcato nella storia passata del nostro paese e nella fattispecie nella Roma del 1946 ancora occupata dalle truppe americane e in attesa del voto che vedrà per la prima volta la presenza, che poi sarà in massa, delle donne. C’è ancora domani è opera prima di un’attrice estremamente popolare che già nel passato con il dittico Come un gatto in tangenziale ha sbancato i botteghini italiani.

Esposte le caratteristiche di massima del film prodotto da importanti produttori come Wildside e Vision Distribution, il diniego ministeriale va collocato nella sua precisa posizione burocratico-amministrativa. In pratica la Sottocommissione 4 del gruppo di esperti nominati dall’allora ministro del governo Draghi, Dario Franceschini, ha escluso C’è ancora domani da un contributo selettivo diretto nella categoria piuttosto astrusa chiamata – la scriviamo tutta per intero per capire il bizantinismo: “Produzione di opere cinematografiche difficili, con modeste risorse finanziarie e opere cinematografiche di particolare qualità artistica – Attribuzione qualifica film d’essai – Cinecircoli e sale della comunità – Associazioni culturali di cultura cinematografica – Qualifica film difficile”.

Ebbene come riportato da Repubblica erano stati presentati cinque titoli ma il finanziamento diretto (630mila euro a testa) era previsto solo per tre di questi. A vincerlo sono stati: Rapito di Marco Bellocchio, Comandante di Edoardo De Angelis, Confidenza di Daniele Luchetti. Esclusi Le assaggiatrici di Silvio Soldini e appunto C’è ancora domani. Il coordinatore della sottocommissione Valerio Toniolo ha spiegato al quotidiano del gruppo GEDI che “non spetta alla commissione (composta da 4 donne e 4 uomini ndr)comunicare con la stampa ma prendere decisioni basate su parametri chiari che vengono verbalizzati passo passo”. Sempre da fonti ministeriali viene precisato che non è avvenuta alcuna protesta di Wildside rispetto al mancato finanziamento e che C’è ancora domani ha comunque ricevuto un introito indiretto, il celebre tax credit, di oltre tre milioni di euro. A questo punto, francamente, le domande da porsi sarebbero ben altre.

La prima: i film di sicuro incasso in sala, con imponenti produttori alle spalle (Rai, Wildside, Vision, Indiana) come quelli d Bellocchio, De Angelis, Luchetti, Cortellesi e Soldini necessitano di finanziamenti diretti? Non basta il lauto ritorno del tax credit? E ancora: il finanziamento diretto non deve andare a riconoscere, scovare, rintracciare, opere di valore stilistico/creativo che da sole non riuscirebbero a mettere in piedi una produzione cospicua per affermarsi in sala? Ad ogni modo per non sapere né leggere né scrivere, l’attuale ministro Sangiuliano se n’è subito lavato le mani. Anzi si è prodotto in un “se c’ero io lo finanziavo”. “Le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal Ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era in carica”, scrive il Mibact in un comunicato. “Il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l’intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione”, ha poi chiosato Sangiuliano.