L’incubo è finito per i primi 24 ostaggi liberati da Hamas come parte dell’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Sono 13 gli ostaggi israeliani e 11 gli stranieri, riconsegnati in due separate operazioni ai responsabili della Croce Rossa. Tra di loro la più piccola è una bimba israeliana di 2 anni, Aviv Asher, rilasciata insieme alla sorella Raz, e la loro mamma 34enne Doron Katz Asher. La famiglia Asher, con doppia cittadinanza tedesca, era stata rapita durante il raid delle milizie armate del partito islamico palestinese al kibbutz di Niz Or, dove si trovavano in visita ad alcuni familiari. Il marito, Yoni Asher, che nelle scorse settimane aveva girato un video per chiedere pietà ai sequestratori, ha immediatamente riconosciuto il volto delle bambine e della moglie nelle immagini del rilascio dei prigionieri.

È invece Yafa Adar, 85 anni, la donna più anziana tra gli ostaggi liberati. Il suo volto è conosciuto anche al di fuori di Israele: è lei la donna ripresa nel video diventato virale sui social in tutto il mondo che la ritrae pacifica, quasi rilassata, mentre si trova a bordo di un golf cart circondata dai miliziani di Hamas che la stanno rapendo. Così la nipote, Adva Adar aveva individuato la nonna, denunciandone il sequestro.

La maggioranza degli ostaggi israeliani rilasciati è composta da donne e bambini. Come la famiglia Asher e come Adar, si tratta di persone per lo più rapite dal kibbutz di Niz Or. C’è Keren Monder, 54 anni, insieme al figlio Ohad, 9 anni compiuti durante il mese di guerra. Con loro la nonna Ruthie, 77 anni. Ci sono Emilia Alloni, 6 anni e sua madre Daneil, 45 anni, la donna che ha denunciato il “fallimento politico, di sicurezza, militare e diplomatico” di Netanyahu in un video ripreso mentre era sotto sequestro. C’è poi l’anziana Adina Moshe, 72 anni, che era stata identificata dalla sua famiglia in un video, dopo che suo marito Said Moshe era stato ucciso sempre a Niz Or. Ed è libera anche Hanna Perri, 79 anni, madre di 3 figli e nonna di 6 nipoti, il cui marito era stato ucciso nel massacro del kibbutz. Un’altra anziana con problemi di salute liberata è Margalit Mozes, 78 anni, sulla quale la Jihad islamica aveva in precedenza rilasciato informazioni che la davano per morta.

Tra i cittadini non israeliani rilasciati, ci sono un filippino e 10 thailandesi. Si chiama Gelienor Leano Pacheco, ma tutti lo conoscono come Jimmy, il badante filippino padre di tre figli, rapito anche lui dal kibbutz di Niz Or il 7 ottobre. Dei cittadini provenienti dalla Thailandia si conosce solo l’identità di uno di loro, Wichai Kalapat, un giovane contadino emigrato in cerca di un lavoro ben pagato, riconosciuto dalla fidanzata nelle prime immagini dello scambio di ostaggi tra Israele e Hamas. Dalla Thailandia arriva la maggioranza della forza lavoro migrante di Israele. Nel giorno dell’attacco di Hamas si stima che fossero oltre 30mila i cittadini thailandesi presenti in territorio israeliano, molti di loro impiegati nei campi limitrofi ai kibbutz.

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Ft: “Le sentinelle israeliane avevano avvertito i superiori che Hamas si stava addestrando per colpire i kibbutz. Ma sono stati ignorati”

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