Per la Giornata internazionale contro la violenza di genere – sabato 25 novembre -, il movimento transfemminista di Non Una di Meno torna a scendere in piazza con due cortei organizzati a Roma e Messina. La scelta di organizzare la manifestazione in due città, spiegano, è nata “per permettere a più persone possibile di partecipare e organizzarsi contro la violenza patriarcale”.
Una mobilitazione che, a pochi giorni dal femminicidio della giovanissima Giulia Cecchettin, si preannuncia ancora più partecipata. “La mobilitazione nazionale del 25 novembre”, si legge nel comunicato di presentazione di Non una di meno, “non vuole essere una commemorazione delle vittime di femminicidio, ma un punto di concentrazione della rivolta alla violenza strutturale che colpisce le nostre vite. Non un momento rituale, quindi, ma la precipitazione di una mobilitazione quotidiana nelle scuole, nei posti di lavoro, nei quartieri, al fianco dei centri antiviolenza femministi e transfemministi”.
Scrivono ancora le femministe: “Il governo Meloni ha prodotto un contrasto solo formale e sensazionalistico a questi fenomeni, inasprendo le pene, strumentalizzando gli stupri di Palermo e Caivano, militarizzando il linguaggio e i territori considerati “problematici” a causa della povertà e della marginalità sociale, evidenziando ed accrescendo un antimeridionalismo sempre più feroce e discriminatorio”. Una piazza che, quindi, intende porre molti interrogativi proprio all’esecutivo: “Il governo tace invece sulle misure reali per il contrasto alla violenza, come il reddito di autodeterminazione, l’allargamento dei criteri di assegnazione per le case popolari e, più in generale, le garanzie per il diritto all’abitare, sottraendo fondi ai servizi e al welfare svincolati dalla famiglia, e centrati sulla libertà di scelta”. Per Non una di meno, inadeguata è anche “l’educazione all’affettività annunciata da Valditara”. “Ciò che vediamo”, scrivono, “è che le forze di destra e conservatrici, in aperta complicità con i gruppi anti-gender e anti-scelta, sferrano attacchi continui contro l’educazione alle differenze, all’affettività e al consenso nelle scuole”.
E violenza contro le donne, continuano, anche la difficoltà di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. “L’accesso all’aborto continua a essere ostacolato e negato”, si legge. “Nei territori dilaga l’obiezione di coscienza con una media del 70% di personale obiettore. La sanità pubblica, d’altra parte, viene smantellata da decenni, compromettendo l’accesso alla salute riproduttiva, sessuale e ai percorsi di affermazione di genere”. Il movimento transfemminista cita anche “l’attacco spietato alle famiglie omogenitoriali” del governo che accusa di aver fomentato “l’omofobia”. “Mentre il nuovo pacchetto sicurezza introduce il carcere per le donne incinte con l’intento esplicito di colpire le donne rom”, continuano. Infine, Non una di meno parla delle guerre in corso: “In questo quadro, il governo partecipa in prima fila e finanzia l’escalation bellica, con la produzione e invio massiccio di armi, nonché tentativi di moltiplicare le basi militari. La guerra è la manifestazione più totalizzante della violenza patriarcale, per questo, e più che mai, siamo al fianco del popolo palestinese. Non ci sono margini di ambiguità in questa storia di colonialismo, razzismo e violenza, tesa a cancellare il territorio palestinese e, soprattutto, il suo popolo”. E chiudono: “Di fronte a tutto questo saremo ingovernabili, poiché l’unico cambiamento possibile è a partire dalla rivolta permanente, nelle case, nelle strade, sui luoghi di lavoro, ovunque”.
L’appuntamento a Roma è fissato per le 14:30 al Circo Massimo. Nella capitale le tappe programmate sono: Via dell’Ara Massima di Ercole, Via del Circo Massimo, Piazza di Porta Capena, Via di San Gregorio, Via Celio Vibenna, Piazza del Colosseo, Via Labicana, Viale Alessandro Manzoni, Via Emanuele Filiberto e Piazza di Porta San Giovanni. Durante tutto il percorso sarà presente “Il gruppo di tutela”, che si occuperà della gestione del corteo.
A Messina il corteo inizia alle 15:00 a Largo Seggiola. Le tappe successive sono: Cesare Battisti, Tommaso Cannizzaro, Tribunale, Cesare Battisti, Fronte scuola Jaci, Via I settembre e Piazza Duomo.
Non Una di Meno ha organizzato un corteo anche a Torino, che comincerà alle ore 15 e partirà da piazza Carlo Felice. Si tratta di «una marcia femminista e transfemminista aperta a tutti corpi», come viene pubblicizzata nei volantini, sui quali lo slogan principale è «Se domani non torno tu brucia tutto».
Nel resto d’Italia altre associazioni si sono mobilitate per organizzare dei cortei per la giornata di sabato 25 novembre.
Milano: il presidio “Il patriarcato uccide” è previsto per le 11 in via Beltrami/Largo Cairoli.
Napoli: la manifestazione parte alle 10 in piazza Vittoria e, attraversando il quartiere di Chiaia, arriverà in piazza Plebiscito. “Indossa un dettaglio rosso, come il sangue di tutte le vittime del patriarcato”, fa sapere l’associazione Claudio Miccoli, tra le promotrici dell’iniziativa. Tra gli altri promotori e patrocinanti ci sono anche il Comune di Napoli, la Cgil, il presidio napoletano di Libera e altre associazioni cittadine.
Firenze: la “Women Walk Firenze” – la camminata per sensibilizzare sul tema della violenza di genere – inizia alle ore 10 presso la RSA Le Magnolie, per poi proseguire fino al Centro Diagnostico Medico Leonardo Da Vinci. La manifestazione è stata organizzata da Korian, network della salute dalla prevenzione alla cura, con il patrocinio del Comune di Firenze, il Quartiere 4 Isolotto-Legnaia e il centro antiviolenza Artemisia. L’iniziativa ha come obiettivo quello di sensibilizzare cittadini e pazienti sul delicato tema della violenza contro le donne.
Bari: a partire dalle 18.30, con partenza in piazza Cesare Battisti, prende il via una manifestazione, indetta da Zona Franka, Link Bari e Unione degli Studenti Bari “contro il sistema patriarcale che opprime le nostre vite, che non ci permette di autodeterminarci e di scegliere liberamente sui nostri corpi”.