La voce della poetessa Hilde Domin (1909-2006) ci giunge da tempi remoti: versi apparentemente semplici, essenziali, colmi di esperienza vissuta. Poesie di vita e di morte, di gioia e di dolore che con un tono laconico, quasi sottovoce, girano intorno agli eterni temi della poesia. Domin, come lei stessa testimonia, è arrivata alla scrittura dopo la morte di sua madre. Poesia che nasce quindi nel cuore di un dolore, dall’impotenza al cospetto della morte. Poesia come elaborazione della vita vissuta, come tentativo di scendere nelle profondità del vissuto per risorgere, nuova, nella parola. La poesia di Hilde Domin vuole consolare. Finché l’uomo è in grado di testimoniare se stesso, finché riesce a riconoscersi e a diventare riconoscibile – per se stesso e per gli altri – nelle proprie parole, nulla è perduto. Nella migliore tradizione ebraica, per Hilde Domin la parola è salvifica: Le parole sono melagrane mature / cadono a terra / e si aprono. / Tutto l’interno si volge all’esterno, / il frutto denuda il proprio segreto / e mostra il suo seme / un segreto nuovo. Se è vero che la poesia non esiste che nel momento in cui succede, si tratterebbe di farla succedere nel cuore della propria vita.

S. G.

Zärtliche Nacht

Es kommt die Nacht
da liebst du

nicht was schön
was hässlich ist.

Nicht was steigt
was schon fallen muss.

Nicht wo du helfen kannst
wo du hilflos bist.

Es ist eine zärtliche Nacht,
die Nacht da du liebst,

was Liebe
nicht retten kann.

Notte di tenerezza

Verrà la notte
in cui ami

non il bello
ma il brutto.

Non quello che sale
ma quello che deve già cadere

Non dove puoi aiutare
ma dove sei indifeso

Notte di tenerezza,
notte in cui ami

quello che amore
non può salvare.

***

Alles

Sprecht sie nicht aus, die Schönheit,
Verschweigt die Liebe,
Rührt nicht an Gott.
Sehr jung habt Ihr Euern Tod
Hinter Euch gebracht.
Jetzt trägt der Mittag das Gesicht der Nacht,
Jeder Schritt die Gebärde des Falles.
Da wir im Leeren stehen,
Was kann uns noch geschehen?

Tutto

Non pronunciate la bellezza,
tacete l’amore,
Non toccate Dio.
Eravate molto giovani quando
avete sbrigato la vostra morte.
Ora il mezzogiorno porta il viso della notte,
ogni passo il gesto del cadere.
Ora che il vuoto si è fatto largo intorno a noi,
cosa ci può succedere ancora?

***

Ein blauer Tag

Ein blauer Tag
nichts Böses kann dir kommen
an einem blauen Tag.
Ein blauer Tag
die Kriegserklärung.
Die Blumen öffneten ihr Nein,
die Vögel sangen Nein,
ein König weinte.
Niemand konnte es glauben.
Ein blauer Tag
Und doch war Krieg.
Gestorben wird auch an blauen Tagen,
bei jedem Wetter.
Auch an blauen Tagen wirst du verlassen
und verlässt du,
begnadigst nicht
und wirst nicht begnadigt.
Auch an blauen Tagen
wird nichts zurückgenommen.
Niemand kann es glauben:
Auch an blauen Tagen
bricht dir das Herz.

Un giorno blu

Un giorno blu
nulla di male ti può succedere
in un giorno blu.
Un giorno blu
la dichiarazione di guerra.
I fiori aprirono il loro No,
gli uccelli cantarono No,
un re pianse.
Nessuno riusciva a crederci.
Un giorno blu,
eppure fu guerra.
Si muore anche nei giorni blu,
in ogni tempo.
Anche nei giorni blu, tu sarai abbandonato
e a tua volta abbandonerai,
non grazierai nessuno
né sarai graziato.
Anche in un giorno blu
nulla può essere revocato.
È difficile crederci:
perfino nei giorni blu
il cuore ti si spezza.

***

Lichtinsel

Mein Schatten
der schmalste einsamste
unter den Toten

Auf der Lichtinsel
streunend
herrenlos

Vielleicht
diese Scharen
vielleicht
einzelne geschart
vielleicht
unter ihnen
wir
neu ausgesät

Als Bäume
werden wir sanfter sein

Vielleicht
als Bäume

Isola di luce

La mia ombra
la più scarna, la più solitaria
tra i morti

Sull’isola di luce
girovagando
senza padrone

Forse
queste schiere
forse
singole schiere
forse
tra di loro
noi
seminati di nuovo

Come alberi
saremo più soavi

Forse
come alberi

***

Die Dinge

Die Dinge
haben harte Hände
wir sind durchlässig
sie säen in uns
wortlos
ihren Samen
in uns, Einmaligen,
sie,
die Bleibenden.

Wir schwanger
mit unseren Toten
unseren Lebenden
mit den gedächtnislosen
Dingen
gehen
über ihr Pflaster
und gehen
dahin.

Le cose

Le cose
hanno mani dure
siamo trasparenti
loro seminano in noi
mute
il loro germe
in noi, unici,
loro
che rimangono.

Noi, gravidi
con i nostri morti
i nostri vivi
con le cose
senza memoria
andiamo
sul loro lastrico
senza
fermarci

***

Wort und Ding

Wort und Ding
lagen eng aufeinander
die gleiche Körperwärme
bei Ding und Wort

Parola e cosa

Parola e cosa
strette una sopra l’altra
la stessa temperatura
di parola, di cosa

***

Nicht müde werden

Nicht müde werden
sondern dem Wunder
leise
wie einem Vogel
die Hand hinhalten.

Non stancarsi

Non stancarsi
ma porre la mano
al miracolo
leggero
come a un uccello.

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