Il black friday, venerdì nero, così chiamato perché con le (s)vendite i bilanci dei negozianti, in rosso fino a quel momento, passano “in nero” ossia in utile. Ma anche quest’anno la nota cromatica per Amazon rischia di assumere anche alte connotazioni. I lavoratori del gruppo stanno infatti protestando simultaneamente in 30 paesi, volutamente in occasione della data fatidica, con scioperi e mobilitazioni. Anche in Italia, nel sito di Castelsangiovanni vicino a Piacenza, dove, secondo la Filcams Cgil l’adesione allo stop è molto alta. La campagna di mobilitazione globale ha preso il nome di “Make Amazon Pay”, ovvero facciamo sì che Amazon paghi, con riferimento al debito che la multinazionale ha nei confronti dei propri dipendenti, della società , del pianeta.
In Gran Bretagna oltre mille persone hanno annunciato l’adesione allo sciopero nel magazzino di Coventry. Mobilitazioni sono in corso anche in Germania. Nel Regno Unito c’erano stati scioperi anche il 7, 8 e 9 novembre per il rinnovo del contratto. “Amazon ha perso quasi trenta giorni per gli scioperi nel Paese solo quest’anno” ha affermato in una nota l’organizzatrice di Gmb Amanda Gearing, che annuncia “il più grande giorno di sciopero” nella storia trentennale di Amazon. “Questa giornata di azione cresce ogni anno perché il movimento per rendere Amazon responsabile continua a diventare sempre più grande e più forte. I lavoratori sanno che non importa in quale paese ti trovi o quale sia il tuo titolo professionale, siamo tutti uniti nella lotta”, ha dichiarato il segretario generale di Uni Global Union, Christy Hoffman e chiedendo salari più alti, una riduzione dei carichi di lavoro e più voce per i lavoratori. “Ogni giorno affrontiamo le stesse sfide nel nostro magazzino di Amazon: salari bassi, stress elevato e mancanza di rispetto per i nostri diritti”, spiega il lavoratore Amazon dalla Germania Rainer Reising. “Amazon non può competere con il potere dei suoi lavoratori uniti”, ha affermato Jessie Moreno, membro di Amazon Teamsters di Local 396 in California.
“In Italia siamo abituati a difendere i nostri diritti e questa volta non è diverso. Lavorare in Amazon ci ha mostrato la necessità di un fronte unito per lottare per salari equi e condizioni di lavoro sicure. Questo sciopero del Black Friday è più di una protesta; è un messaggio che siamo tutti insieme, oltre i confini, lottando per ciò che meritiamo”. Ha detto il membro della federazione sindacale italiana Filcams Cgil Giampaolo Meloni, che lavora nel magazzino Amazon di Castel San Giovanni in Emilia-Romagna. Solita guerra di cifre sull’adesione. Secondo i sindacati è stata del 60% dei dipendenti a tempo indeterminato e del 50% per i lavoratori interinali. Cifre per cui i sindacati si dicono “soddisfatti della risposta dei lavoratori, che hanno dimostrato ancora una volta la loro determinazione a rivendicare condizioni di lavoro più dignitose. Le richieste sono un aumento di retribuzione più in linea con l’andamento economico di Amazon, forme di welfare più concrete e un aumento dell’importo del buono pasto, attenzione da rafforzare alle problematiche di salute e sicurezza, e un ricorso meno strumentale alle contestazioni disciplinari”. Secondo Amazon Italia invece “l’86% dei dipendenti del sito di Castel San Giovanni si è recato al lavoro come ogni giorno e non abbiamo registrato alcun impatto sulle nostre attività”.