Madonna resta una certezza: l'unica ad aver attraversato 40 anni di storia della musica mondiale rinnovandosi, senza tradire se stessa. Un modello per la libertà di espressione artistica e sessuale. The Celebration Tour va visto come fosse una lezione universitaria. Nessuna come lei. Ad applaudirla tra il pubblico: Giorgio Armani, Donatella Versace, Mahmood, Marco Mengoni e Elodie
A vederla spuntare sul palco del Forum di Milano così, sorridente (anche se alle 22:15, ma i fan sono abituati ai ritardi della diva Ciccone) e in piedi, dopo il ricovero in terapia intensiva lo scorso giugno per una brutta infezione batteria, sembra che Madonna abbia compiuto il miracolo a 65 anni. The Celebration Tour (che attraversa 15 Paesi per 78 concerti) è uno straordinario viaggio, come la regina del pop stessa l’ha definito, lungo i 40 anni di carriera e due ore e mezzo di hit e visual ipnotizzanti, a riassumere l’importanza di una artista che ha aperto la via a tutte le popstar, che sono venute dopo, nel nome della massima libertà di espressione artistica. Quella di Madonna è stata la vita intensa di una ragazzina (sul palco compare con lei una controfigura) che dal Michigan è arrivata a New York con solo 35 dollari in tasca per poi diventare l’icona riconosciuta in tutto il mondo. Ma lancia monito per sé stessa e per le altre è: “Mai dimenticare il passato e da dove vieni”. C’è tanto della storia di Madonna in quello che è un vero e proprio show – non un concerto – dai primi provini ai club che le hanno negato l’accesso.
Dopo l’introduzione di Bob the Drag Queen, vincitore dell’ottava stagione di “RuPaul’s Drag Race”, che è apparso in mezzo alla platea, indossando la riproduzione del costume della regina Maria Antonietta, usato da Madonna agli MTV Music Awards del 1990 per “Vogue”, al via lo show con la hit del 1999 “Nothing Really Matters”, tratto da “Ray Of Light”, con Madonna che appare con una corona mistica e un abito disegnato da Eyob Yohannes. “Burning up”, in una squisita versione punk, accende lo show con Madonna che “battezza” il suo pubblico con la birra. La parte del leone dello spettacolo la fanno i 24 ballerini di (La) Horde, il collettivo che dirige il Ballet National de Marseille. Uno straordinario corpo di ballo, che include anche l’ex allievo di Amici Daniele Sibili, che fa da cornice ai momenti più intensi come in “Like a Prayer”, dove i danzatori, immersi in un carillon enorme, riproducono nei movimenti la crocefissione di Cristo, sulle note di “Vogue” poi si lanciano nell’arte del vogueing, in una straordinaria Ballroom, con due giudici d’eccezione: Madonna e l’amica Donatella Versace.
I momenti più emozionanti sono stati “Live To Tell”, in memoria dei morti di Aids famosi e non, ricordati con fotografie in bianco e nero, e il tributo all’amico Michael Jackson. Di forte impatto il finale dedicato a “Bitch I’m Madonna” e “Celebration” con tutti e 24 i ballerini sul palco con i look straordinari e iconici di Madonna tra cui il body di “Hung Up”, l’abito da sposa di “Like A Virgin” e il look da giocatrice di baseball dal film “Ragazze Vincenti” del 1992. Una piccola curiosità finale. Durante le tappe di questo tour si esibiscono anche alcuni dei sei figli di Madonna. La bellissima Mercy James accompagna la madre al pianoforte in “Bad Girl”, David Banda suona la chitarra in “Mother and Father” mentre Estere si rivela una sorpresa con il vogueing.
Non manca il riferimento, infine, all’attualità con le guerre che si stanno consumando nel mondo. “Ci sono delle tragedie che stanno accadendo in questo momento – ha detto l’artista -, questo mi spezza il cuore anche perché ci sono un sacco di bambini che stanno morendo”. Il corpo di ballo ha dedicato una coreografia intensa, ambientata nel medio oriente, con i soldati che brutalizzano una donna che alla fine con il coraggio e l’attaccamento alla vita riesce a sconfiggerli. Un segnale di speranza. Si replica a Milano il 25 novembre, Madonna resta una certezza: l’unica ad aver attraversato 40 anni di storia della musica mondiale rinnovandosi, senza tradire se stessa. Un modello per la libertà di espressione artistica e sessuale. The Celebration Tour va visto come fosse una lezione universitaria. Nessuna come lei. Ad applaudirla tra il pubblico: Giorgio Armani, Donatella Versace, Mahmood, Marco Mengoni e Elodie.
ATTO I It’s a Celebration (Bob the Drag Queen) 1. Nothing Really Matters 2. Everybody (contiene anche Where’s the party) 3. Into the (Hollywood) Groove 4. Burning Up 5. Open Your Heart 6. Holiday (con intermezzo di I Want Your Love) ATTO II 7. The Storm (In This Life) 8. Live to Tell 9. Like a Prayer ATTO III 10. Blond Ambition Interlude (Living for Love, Fever, Erotica e Justify My Love) 11. Erotica (Justify My Love, You Thrill Me, Papa Don’t Preach) 12. Justify My Love 13. Fever 14. Hung Up (Hung Up on Tokischa e La Isla Bonita) 15. Bad Girl ATTO IV 16. Ballroom interlude (Up Down Suite, Break My Soul Queens Remix, Walk 4 Me e Vogue) 17. Vogue 18. Human Nature 19. Crazy for You ATTO V 20. The Beast Within 21. Die Another Day 22. Don’t Tell Me (The Good, the Bad & the Ugly) 23. Mother and Father 24. Little Star (a capella) 25. I Will Survive 26. La Isla Bonita 27. Don’t Cry for Me Argentina ATTO VI 28. I Don’t Search I Find 29. Bedtime Story 30. Ray of Light 31. Rain BIS 32. Like a Virgin (Billie Jean, The Way You Make Me Feel, Smooth Criminal e Angel) 33. Gimme All Your Luvin’/Bitch I’m Madonna 34. Celebration / Music
(Photo credit Kevin Mazur)