“Lascio la vigilanza Rai? Ma quando mai? Non devo nemmeno smentire perché si smentiscono le fonti che si ritengono attendibili. Non è vero che la Meloni si è arrabbiata, non è vero che mi dimetto. È tutto falso. Io non lascio la vigilanza Rai. Siamo a livelli di barzellette. Mi dispiace che siate costretti a inseguire Dagospia, vi auguro un’attività giornalistica con maggiori soddisfazioni”. Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ha così commentato all’agenzia di stampa LaPresse le ultime indiscrezioni, dopo l’inchiesta annunciata da Report sul suo incarico di presidente di una società di cybersecurity che non era stato dichiarato al momento della rielezione, una cui anticipazione andrà in onda domenica 26 novembre.
Gasparri poi si è soffermato sulla riorganizzazione delle sedi Rai che passerà per la contestata vendita della sede di Milano, il pregiato immobile di Giò Ponti in corso Sempione, con il trasloco (non gratuito) in Fiera. “L’approvazione del Piano strategico immobiliare della Rai è una buona notizia. Bisogna dare atto al grande lavoro sviluppato dai vertici. Per anni abbiamo sentito parlare di processi di sviluppo per la Rai, di piani industriali, finalmente si può dare un volto nuovo all’azienda. Un progetto importante con uno sguardo rivolto al futuro, alle nuove tecnologie, all’ecosostenibilità”, ha detto Gasparri sostenendo che il piano immobiliare votato dal Consiglio di amministrazione “permetterà alla Rai di trarre benefici, non solo dal punto di vista economico-finanziario, ma servirà in quell’opera di riqualificazione e ammodernamento non più rinviabile”.
Quanto al passaggio in Fiera che costerà 160 milioni di euro di affitto in 27 anni, secondo il senatore “consentirà all’azienda di dotarsi di un centro di produzione capace di accentrare tutte le attività favorendo un miglioramento della qualità lavorativa dei propri dipendenti. É solo il primo passo di un piano industriale che servirà a rilanciare completamente la Rai”. Pronta la replica dei sindacati: “Registriamo i trionfalismi bipartisan di politica e istituzioni sulla nuova sede del Centro di produzione Rai di Milano. Spiace non poterci accodare – ha fatto sapere l’Usigrai in una nota firmata con Cdr Tgr Lombardia, Fiduciaria Rai Sport Milano, Fiduciario Tg3 Milano -. Alla rappresentanza delle giornaliste e dei giornalisti non è stata fornita alcuna informazione dal vertice aziendale, ad eccezione dei caratteri generali del piano immobiliare che ci furono presentati dal precedente ad. Ma della nuova sede non sappiamo assolutamente nulla”. I rappresentanti dei lavoratori inoltre fanno “fatica a vedere i vantaggi di vendere una proprietà per andare a pagare un affitto, se non quello di ridurre, solo temporaneamente, il debito. Tuttavia non ci siamo mai opposti a priori al cambiamento e all’innovazione, ma i passaggi vanno fatti condividendoli con il sindacato e i comitati di redazioni. Altrimenti troveranno la ferma opposizione di tutti”, conclude la nota.