"I risultati di questa ricerca sono perché rivelano che è possibile, con modifiche allo stile di vita e prestando attenzione ai fattori di rischio vascolare, prevenire fino a un terzo delle demenze”, ha detto Matteo Pardini, ricercatore in Neurologia dell’Università di Genova
Secondo uno studio della Rush University di Chicago, il consumo giornaliero di popcorn ridurrebbe notevolmente il rischio di sviluppare condizioni di demenza. “I risultati di questa ricerca sono interessanti non tanto per la connotazione sensazionalistica del popcorn ma perché rivelano che è possibile, con modifiche allo stile di vita e prestando attenzione ai fattori di rischio vascolare, prevenire fino a un terzo delle demenze”, ha detto Matteo Pardini, ricercatore in Neurologia dell’Università di Genova, esperto di malattie neurologiche che svolge attività clinica proprio in quest’ambito presso il Policlinico San Martino di Genova, a commento dello studio pubblicato su Neurology. “La ricerca – ha aggiunto Pardini – pone, in particolare, l’accento sull’importanza dell’alimentazione come modalità di riduzione dei fattori di rischio vascolari che sono poi a loro volta causa di un aumento delle possibilità di sviluppare stati di demenza”. “È importante – ha continuato Pardini – ribadire che, in media, un terzo delle demenze sono prevenibili attraverso un corretto stile di vita, il controllo del diabete e il monitoraggio del colesterolo, che svolge un ruolo chiave nella nostra salute metabolica”. “Alla fine – ha sottolineato l’esperto – basta adottare queste accortezze per invecchiare come si è vissuti”.
“In sintesi – ha spiegato Pardini – il messaggio che questo studio intende lanciare è quello di fare prevenzione per la demenza in modo costante, già dai quaranta anni di età, sino ad arrivare ai cinquanta e ai sessanta. “È vero – ha dichiarato Pardini – che ora ci sono nuovi farmaci e ce ne saranno sempre di più ma, il ruolo della prevenzione è fondamentale e permette di voler bene al nostro cervello”. Quello della salute cerebrale è un tema sicuramente caro anche ai ricercatori della Rush, che dopo aver monitorato 3.300 persone per sei anni e testato le loro capacità cognitive, hanno scoperto che coloro che mangiavano quotidianamente cereali integrali, come popcorn leggermente salati, quinoa o altri avevano una riduzione minore dei punteggi cognitivi rispetto a chi mangiava a malapena questi alimenti. La squadra di ricerca ha osservato l’effetto benefico indotto dal consumo di cereali integrali solo nei partecipanti di colore, che costituivano il 60% dei partecipanti. È possibile che non sia stato riscontrato lo stesso effetto nei partecipanti bianchi perché o troppo pochi allo studio o perché con minori probabilità di mangiare cereali integrali rispetto all’altro gruppo. I cereali integrali sono ricchi di fibre, che rallentano l’assorbimento degli zuccheri nel sangue; in questo modo si evitano picchi di zucchero che possono causare placche nelle arterie e infiammazioni che aumentano il rischio di demenza.
La notizia arriva dopo che i ricercatori hanno anche scoperto che mangiare una sola ciotola di fiocchi glassati al giorno potrebbe aumentare il rischio di ammalarsi di cancro alla bocca e alla gola fino al 25%. Più di sei milioni di americani sono affetti da demenza, ma secondo le stime questa cifra sarà più che raddoppiata nei prossimi due decenni. Gli adulti anziani di colore hanno una probabilità più che doppia di ricevere una diagnosi di questa patologia, che secondo gli esperti potrebbe essere legata al fatto che il gruppo presenta tassi più elevati di malattie cardiache. Per lo studio gli scienziati hanno analizzato i dati di 3.300 adulti che avevano in media 75 anni e non soffrivano di demenza. Tutti avevano partecipato al Chicago Health and Aging Project, che ha incluso e seguito 10.000 persone dal 1993 al 2012.
I partecipanti sono stati intervistati ogni tre anni sulla frequenza del consumo di cereali integrali ed è stato chiesto loro di completare test cognitivi e di memoria. Questi comprendevano compiti come richiamare un elenco di parole, ricordare numeri e rimetterli nell’ordine corretto. I partecipanti sono stati poi divisi in cinque gruppi in base alla quantità di cereali integrali consumati e i loro punteggi cognitivi sono stati confrontati. I gruppi erano suddivisi partendo da coloro che consumavano meno di mezza porzione o mezzo grammo di cereali integrali al giorno sino ad arrivare a chi ne consumava tre porzioni o più. Le linee guida dietetiche per gli americani raccomandano almeno tre porzioni di cereali integrali giornaliere, con una razione equivalente a un grammo, come una fetta di pane o mezza tazza di pasta o riso cotti. Dopo aver tenuto conto di fattori quali l’età, il sesso, l’istruzione e il fumo, i ricercatori hanno scoperto che coloro che mangiavano tre o più razioni di cereali integrali al giorno avevano un tasso di declino cognitivo, segno distintivo precoce della demenza, più lento rispetto a coloro che ne mangiavano di meno. Inoltre, i partecipanti di colore avevano maggiori probabilità di mangiare più cereali integrali rispetto ai partecipanti bianchi. Il 68% dei partecipanti di colore ha dichiarato di mangiare più di una porzione di cereali integrali al giorno. Mentre, tra i partecipanti bianchi questa percentuale è scesa al 38%.
I ricercatori non sono certi del motivo per cui il consumo di cereali integrali riduca il rischio di demenza, ma ritengono che ciò potrebbe essere legato al fatto che aiuta a regolare lo zucchero nel sangue o a promuovere un intestino sano. Ciò contribuirebbe a ridurre il rischio di infiammazione e di danni ai vasi sanguigni, che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare la demenza. Le persone che mangiano cereali integrali hanno anche maggiori probabilità di osservare uno stile di vita sano, come dormire o fare più esercizio fisico, il che contribuisce a arginare il rischio di soffrire di demenza. Lo studio è stato di tipo osservazionale e non ha potuto dimostrare che il consumo di popcorn da solo riduca il rischio di demenza. Inoltre, non ha preso in considerazione i condimenti dei popcorn, come il burro e lo zucchero, che possono incrementare il rischio di demenza e obesità. Tra i limiti dello studio, inoltre, c’è il fatto che le diete adottate sono state autoriferite dai partecipanti, che non sono stati obbligati a fornire prove sul consumo di cereali integrali. “Con il morbo di Alzheimer e la demenza che colpiscono milioni di americani, trovare il modo di prevenire la malattia è una grande priorità per la salute pubblica”, ha dichiarato Xiaoran Liu, epidemiologa che ha guidato la ricerca. “È entusiasmante vedere che le persone potrebbero potenzialmente ridurre il rischio di contrarre la demenza inserendo nella loro dieta un paio di porzioni al giorno di cereali integrali”, ha concluso Liu.