L'adolescenza e la giovinezza scapigliata, in pullman e in autostop, verso i più concerti più importanti di tutta Europa. L'arrivo in Polygram, agli inizi degli Anni 90, a 34 anni e la cavalcata nella discografia italiana come “uno dei più giovani presidenti di case discografiche al mondo”
Stefano Senardi, uno dei più produttori discografici italiani più importanti della musica italiana, ha pubblicato il libro autobiografico “La musica è un lampo”, ricco di aneddoti, storie e racconti. Il lampo per l’amore della musica nasce quando a cinque anni ascolta “Piccolissima serenata” e “Torero”, lato A e B di un 45 giri di Renato Carosone, e poi a dieci anni arrivano i Rokes, Equipe 84, Corvi e i Nomadi. La decisione di lanciarsi nella musica arriva nel 1969 con la pubblicazione dell’album doppio dei Beatles, il “White Album”. L’adolescenza e la giovinezza scapigliata, in pullman e in autostop, verso i più concerti più importanti di tutta Europa. L’arrivo in Polygram, agli inizi degli Anni 90, a 34 anni e la cavalcata nella discografia italiana come “uno dei più giovani presidenti di case discografiche al mondo”.
“La passione, la vicinanza con gli artisti e il loro mondo, la conoscenza dei mercati internazionali e, soprattutto, della storia della musica e delle nuove tendenze ci aiutò a rivoluzionare il mercato. – scrive l’autore – Non solo mi trovai a lavorare con alcuni dei più grandi artisti italiani e mondiali del rock, del jazz, della musica popolare e classica, ma mi occupai anche di video di artisti e di comici importanti. Cominciai con la distribuzione dell’intero materiale video del Teatro canzone e tutte le apparizioni televisive di Giorgio Gaber grazie alla fiducia che mi diede Dalia Gaberscik e al meticoloso lavoro di ricerca di Paolo Dal Bon”.
Un’altra curiosità è legata a una nota serie tv comica: “Durante il mio viaggio a Londra, mi accorsi del successo che avevano i comici in videocassetta, in particolare notai di Mr. Bean di cui comprai i diritti per l’Italia e, considerato l’enorme successo ottenuto, mi lanciai nella distribuzione di tanti altri comici soprattutto italiani da Aldo, Giovanni e Giacomo con I Corti a Paolo Rossi, Antonio Albanese e tantissimi altri. Riuscimmo a vendere centinaia di migliaia di copie non solo in teatro, ma anche nei negozi di dischi, librerie e soprattutto nelle edicole”.
Poi tutto è cambiato d’un tratto: “A un certo punto sembrava che tutti volessero venire a lavorare con noi! Fu per me un grande periodo che si concluse in modo traumatico con l’acquisizione da parte dell’Universal della Polygram. Nonostante i risultati ottenuti, il supporto degli artisti e del personale che lavorava con me, fui costretto in meno di due anni a trattare le mie dimissioni. Il distacco, anche se economicamente ben compensato, fu dolorosissimo”.
Ma torna poi la voglia di ricominciare con una nuova avventura: “Da lì a poco, comunque, insieme all’aiuto dei miei ex capi inglesi, riuscii ad aprire la mia etichetta, la NuN, in società con un investitore tedesco, Michael Haentjes, che finanziò il progetto fino a un certo punto e poi dovette ritirarsi. Quindi continuai l’attività con la Fandango di Domenico Procacci (…) Conquistammo anche due David di Donatello con la colonna sonora di ‘Diaz’ e ‘Caos calmo’. Si avvicinava però, sfortunatamente, la prima grande crisi irreversibile della vendita del prodotto fisico e nessuno era ancora pronto a capire cosa sarebbe successo con l’avvento di internet. Così Domenico e io decidemmo di interrompere, anche se con grande dispiacere, la nostra collaborazione, e dovetti voltare pagina un’altra volta. Fu così che iniziai a lavorare a tutto campo come battitore libero. Mi viene in mente, mentre scrivo, che prima di intraprendere la mia attività autonomamente, ci fu un’interruzione di un anno e più in cui, essendomi stata diagnosticata una malattia importante, dovevo decidere che cosa fare. Contemporaneamente mi trovai a dover affrontare anche un po’ di altri problemi perché si sa che le disgrazie non arrivano mai da sole”.
Nel volume sono citate le amicizie e gli incontri con artisti del calibro di Pino Daniele, ma anche i Simply Red passando per Peter Gabriel, Tracy Chapman e Bruce Springsteen, solo per citarne alcuni. Commosso il ricordo di Franco Battiato: “Come dice Andrea Scanzi nel suo bel libro dedicato a Franco, – racconta nel libro Senardi – siamo stati fortunati ad essere contemporanei di questo grande artista. Nel mio caso la grande soddisfazione sta nell’aver lavorato con lui e, soprattutto, nell’essere diventato suo amico. Potrei dire che Franco è stato ed è ancora il mio miglior amico. Uomo di grande generosità sia col suo pubblico sia come essere umano. Una generosità fatta soprattutto di musica ma anche di consigli spirituali e filosofici per vivere meglio e per comprendere il vero senso della vita. Per cercare l’alba dentro il nostro imbrunire. Sono infiniti i messaggi, i suggerimenti e le scoperte che ci ha svelato questo grande uomo, questo essere speciale. Molti dei suoi messaggi sono subliminali, altri decisa- mente espliciti o nascosti dietro ad apparenti nonsense: infinite perle di saggezza”.