Ancora Bagnaia, ancora Ducati. Per il secondo anno di fila “Pecco” è campione del mondo in sella alla Rossa di Borgo Panigale. A Valencia, nell’ultimo gran premio della stagione, il rivale Jorge Martin è finito nella ghiaia dopo un inizio di gara folle, in cui aveva rischiato di cadere già in un paio di occasioni. A quel punto Bagnaia era sicuro di esserci confermato campione del mondo. Poi, per non farsi mancare nulla, ha pure vinto l’ultimo Gran Premio della stagione. E allora eccolo il terzo titolo della carriera, il secondo in MotoGp, quello che porta Bagnaia definitivamente nell’Olimpo dei migliori piloti italiani di sempre, dietro solamente alle leggende Giacomo Agostini e Valentino Rossi.

Alla fine l’epilogo è quello corretto, perché Bagnaia – che un anno fa lui sì era riuscito in una straordinaria rimonta da -91 punti in classifica – ha meritato di conquistare il titolo 2023. Fino alla caduta di Barcellona, quando la moto di Binder ha travolto le gambe del piemontese, il mondiale era saldamente nelle sue mani. Quel terribile incidente, che poteva costare la carriera (o forse di più), ha mostrato ancora una volta la forza di Pecco, capace di ripresentarsi in sella alla sua Ducati già nel weekend successivo di Misano. Ci è voluta qualche gara però per rivedere il vero Bagnaia e nel frattempo Martin è stato bravo a sfruttare la situazione per accorciare in classifica. Da cacciatore nel 2022, Bagnaia si è così trasformato in lepre. E nella seconda parte di stagione ha dovuto difendersi, conquistando solamente una vittoria in Indonesia. L’esperienza ha fatto il resto. Fino all’epilogo di Valencia, che sancisce il dominio del duo Bagnaia-Ducati: un anno fa si era interrotta un’astinenza che durava da 50 anni, precisamente dal 1972, quando Agostini vinceva l’ultimo titolo con la MV Agusta. Ora la MotoGp è un monopolio italiano.

La gara – La tentata rimonta di Martin si è conclusa nel peggiore dei modi. Dopo un’ottima partenza, che lo porta in seconda posizione dietro a Bagnaia (partito dalla pole per una penalità inflitta a Maverick Vinales), lo spagnolo della Pramac rischia subito di finire per terra in seguito a un’improbabile staccata: contatto con la Ducati del rivale, poi inevitabile lungo. Martin quindi rientra in pista nelle retrovie, costretto a una disperata rincorsa. Lì perde la testa: qualche sorpasso al limite, poi lo scontro che trascina a terra anche Marc Marquez. Nel frattempo il placido Bagnaia, sapendo di essere già campione del mondo, può correre a mente libera. In testa alla gara si porta Jack Miller, che manda all’aria una grande occasione per lui e la Ktm finendo a sua volta fuori. A quel punto Bagnaia si ritrova di nuovo davanti a tutti e chiude una storica stagione con un’altra vittoria. Secondo posto per Fabio Di Giannantonio davanti a Johann Zarco.

La stagione – Lo sport insegna che confermarsi è sempre più difficile che vincere e Pecco Bagnaia, al suo secondo titolo consecutivo dopo il trionfo del 2022 a 50 anni dal mito Agostini, lo ha capito sulla propria pelle. Il piemontese classe ’97, nel primo Mondiale con la gara doppia in ogni Gp, ha dato il meglio di sè, soprattutto a livello mentale nella seconda parte della stagione, quando Martin lentamente ma inesorabilmente ha iniziato con la Pramac a ‘grattare’ punti, assottigliando il vantaggio di Pecco. Dopo un avvio lanciatissimo con 5 vittorie e 7 podi nei primi 10 Gp (oltre a 8 piazzamenti nei primi tre nella sprint), l’annata del ducatista sterzata di colpo a Barcellona, con quella caduta rovinosa ad inizio settembre. Colpito incidentalmente alla gamba quando era già a terra da Brad Binder, Pecco riportò molteplici contusioni ma nessuna frattura trovando la forza di rimettersi in sella nel Gp di San Marino, chiudendo terzo nella sprint race. Dall’ospedale al podio. É questa la fotografia che sintetizza una intera stagione. La botta del Montmeló poteva infilarlo in un buco nero, da quel momento ha faticato di più a entrare in pista e fare il giro secco ma con il passare dei Gp Bagnaia ha ripreso fiducia. Martin si è portato addirittura in testa al mondiale a metà ottobre, in Indonesia. Nell’era della MotoGp solo due icone come Rossi e Marc Marquez hanno replicato il titolo iridato l’anno successivo, un dato significativo che certifica la grandezza di Bagnaia, trovatosi stavolta nella condizione opposta rispetto alla scorsa stagione. Allora fu protagonista di una rimonta monstre su Fabio Quartararo (era a -91 a meta stagione) che sembrava impensabile, quest’anno ha invece resistito agli attacchi, mostrando lucidità e la giusta cattiveria nei momenti decisivi della stagione. Il terzo posto in Malesia davanti a Martin, al termine di un duello nei primi giri senza esclusione di colpi, è l’immagine più nitida della tenuta mentale di Pecco, che ha dato sfoggio di tutto il suo equilibrio. La sua più grande virtù.

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Il caso Bagnaia: il 3 volte campione del mondo che passa sottotraccia ma ha riportato l’Italia al vertice della MotoGp

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