Nell’anno delle celebrazioni del suo centenario, Triennale Milano si ricollega così idealmente alla storia dell’istituzione riprendendo le suggestioni delle mostre della pittura murale, organizzate nel Palazzo dell’Arte a partire dal 1933 e, al contempo, si apre al futuro con nuove forme d'esposizione 2.0
Siamo il Paese dell’eleganza, dell’artigianato, dello stile Made in Italy….ma non abbiamo un Museo della Moda. Tanto più a Milano, pulsante capitale della moda, città che gioca un ruolo chiave sulla scena internazionale per questo settore che costituisce la seconda voce del Pil nazionale. Sulla carta ci sarebbe Palazzo Morando, che riserva alcune sale all’esposizione di costumi, abiti e accessori del Comune di Milano databili tra il XVII e il XXI secolo, ma allo stato attuale non è certo definibile come vero Museo della Moda. Eppure il sodalizio tra moda e arte si è consolidato notevolmente negli ultimi anni, complici le partnership e le iniziative legate ad occasioni quali la Design Week e la Biennale di Venezia. E così, a riempire il vuoto ci pensa Triennale Milano, che nell’ultimo mese ha messo a segno due collaborazioni importanti.
La prima è quella con Maison Valentino, promotrice della mostra “Pittura italiana oggi”, che ha aperto i battenti lo scorso 25 ottobre e sarà visitabile fino all’11 febbraio; e l’altra è quella con Kiton, eccellenza sartoriale napoletana, che durante la prossima Settimana della Moda Uomo allestirà “Tailoring school. A journey into education”. Nell’anno delle celebrazioni del suo centenario, Triennale Milano si ricollega così idealmente alla storia dell’istituzione riprendendo le suggestioni delle mostre della pittura murale, organizzate nel Palazzo dell’Arte a partire dal 1933 e, al contempo, si apre al futuro con nuove forme d’esposizione 2.0. D’altra parte, “Triennale nasce esattamente 100 anni fa a Monza attorno al concetto delle arti applicate, con un forte orientamento verso l’artigianato che nel 1923 si avviava verso la produzione in serie e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie”, ha sottolineato Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano.
“PITTURA ITALIANA OGGI” – Questa collaborazione rappresenta un salto audace nella missione di Maison Valentino di esplorare e celebrare l’arte in tutte le sue sfumature, concentrandosi soprattutto sulla ricchezza dell’arte italiana contemporanea. Guidati dall’esperto curatore Damiano Gulli, gli spettatori sono immersi in un’esperienza straordinaria grazie a un allestimento totalmente sostenibile. Il percorso attraverso l’esposizione è concepito come un viaggio senza fine, un’odissea artistica che abbraccia corpi, punti di vista, genere, natura, sogni, identità, mitologie, sacro, gioco, materia, segni e colore. Ogni opera esposta sembra danzare in uno spazio che vibra di movimento, con sorprese inaspettate che si celano dietro ogni angolo.
Le opere spaziano su una vasta gamma di tematiche, esplorando dall’identità alla natura. L’artista Patrizio di Massimo, con la sua opera “Cover up“, offre uno sguardo dettagliato e cristallino su momenti quotidiani, talvolta erotici o giocosi. Gianluca di Pasquale, autore di “Felci e Fiori,” invita gli osservatori a immergersi in un mondo di tenerezza e minuzia, ritraendo una figura di spalle con una camicia adornata da disegni arborei. Nicola Samorì, con l’opera “Irene che cura l’informale“, aggiunge un tocco di profondità, creando un dialogo affascinante tra passato e presente, attraverso la raffigurazione di una ferita nel corpo caravaggesco del San Sebastiano di Jusepe de Ribera, dipinta su onice. L’astrazione trova la sua voce in opere come “Notturno” di Thomas Berra, un’esperienza che trasporta il pubblico in un mondo intriso di elementi vegetali. Alcune opere assumono dimensioni architettoniche, come il soffitto geometrico di Erik Saglia, mentre Adelaide Cioni, autrice di “Abovo. Songs,” invita gli spettatori in un nido di protezione, tra gialli limoni, onde e righe, un’esperienza minimalista ma fiabesca.
Bea Bonafini, con l’opera “Fluent in the wind”, si distingue sfidando la classificazione tradizionale, creando un’opera che si estende nello spazio, sfidando i confini tra pittura e scultura. L’innovazione architettonica di Roberto Coda Zabetta con l’opera “Frana e fango” gioca con la percezione, grazie a una grande tela astratta esposta all’aperto, che crea un gioco di riflessi e illusioni visive coinvolgenti. Insomma, “Pittura Italiana Oggi” non è solo uno sguardo sulla scena artistica attraverso gli occhi di 120 artisti di diverse generazioni, ma è un invito a scoprire nel profondo i linguaggi della contemporaneità.
LA SCUOLA D’ARTIGIANATO DI KITON – Dal 12 al 16 gennaio, Kiton e Triennale Milano celebreranno l’importanza della trasmissione del saper fare artigianale italiano con “Tailoring school. A journey into education”, una mostra curata da Luca Stoppini, advisor dell’Archivio Moda di Triennale Milano. La mostra si terrà nel Salone d’Onore di Triennale, e permetterà ai visitatori di approfondire il progetto della Scuola di Alta Sartoria di Kiton e di entrare in contatto con alcuni dei suoi protagonisti. Il progetto nasce dalla condivisione di un valore, quello legato all’importanza della formazione come passaggio necessario per l’inserimento nel mondo del lavoro, in particolare in un settore come quello della moda, nel quale la specializzazione tecnica diventa necessaria. La mostra infatti ha lo scopo di replicare quello che succede quotidianamente nella Scuola di Alta Sartoria che il marchio napoletano ha fondato nel 2000 ad Arzano in provincia di Napoli e che da allora forma nuove generazioni di sarti.
“Attraverso la mostra vogliamo raccontare cosa abbiamo fatto in questi 23 anni con la nostra scuola. Grazie all’intuito pioneristico del nostro fondatore Ciro Paone, abbiamo puntato sulla formazione per rispondere all’esigenza di creare una nuova generazione di artigiani, visto che quelli presenti in azienda avevano un’età media di 55 anni e sarebbero presto andati in pensione”, ha aggiunto Antonio De Matteis, amministratore delegato di Kiton. “Ogni corso, che per i ragazzi è gratuito e sono previsti anche rimborsi spese e piccoli compensi, dura quattro anni e al termine consegniamo un diploma”. Il ricambio generazionale è uno dei temi più scottanti per il settore della moda italiana, in quanto la mancanza di manodopera specializzata potrebbe un giorno far sparire il savoir faire che da sempre contraddistingue le creazioni made in Italy.
Per far riavvicinare i giovani a questi mestieri, la Scuola di Alta sartoria di Kiton, che rappresenta un progetto formativo d’eccellenza, necessario per custodire le tradizioni e garantire la continuità dell’arte sartoriale nel mondo, seleziona i futuri sarti ammettendone solo un numero limitato e fornisce una serie di corsi ed esperienze sul campo permettendo agli apprendisti di conoscere tutte le tecniche e i segreti dell’alta sartoria direttamente da colleghi più anziani ed esperti.
“Nella moda la richiesta di lavori artigianali è elevatissima e si corre il rischio che un’intera generazione di creatori finisca per perdere le capacità tecniche che rappresentano un aspetto determinante di questo settore. Riteniamo che sia fondamentale che le istituzioni, le aziende e le realtà del settore capiscano l’importanza di stimolare i giovani a investire in mestieri e competenze pratiche per cui il mercato avrà sempre bisogno” sostiene Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano”. La mostra si propone di raccontare l’eredità culturale e la tradizione sartoriale napoletana di cui Kiton, che si appresta a chiudere il 2023 superando i 200 milioni di euro e registra una crescita a doppia cifra che sfiora il +30%, è da sempre portavoce e sinonimo di eccellenza artigiana made in Italy.