L’ondata di malattie respiratorie che sta colpendo la Cina riguarda agenti patogeni già noti e i livelli di contagio per questo tipo di infezione sono inferiori a quelli precedenti alla pandemia da Covid-19. È quanto ha dichiarato una rappresentante dell’Organizzazione mondiale per la sanità in merito ai focolai di polmonite che stanno colpendo soprattutto i bambini nella Cina settentrionale, dopo che l’Oms aveva fatto richiesta ufficiale a Pechino per consultare i dati relativi all’aumento dei cluster di malattie respiratorie nel Paese. Le autorità cinesi hanno assicurato che non sono coinvolti “patogeni anomali”, mentre diversi ospedali annaspano a fronte del sovraffollamento dei reparti pediatrici.

Infezioni da micoplasma – Da oltre un mese la Cina è alle prese con un aumento di patologie legate all’apparato respiratorio nei bambini, con un picco di casi registrati inizialmente a Pechino e nella provincia settentrionale del Liaoning. Stando a quanto riferito dal sistema di sorveglianza per le malattie emergenti ProMED, si tratta di un tipo di polmonite caratterizzata da febbre alta, noduli nei polmoni e in alcuni casi lieve tosse. La Commissione nazionale per la salute della Cina rimanda l’origine di questa patologia al mycoplasma pneumoniae, un batterio che causa infezioni del tratto respiratorio e che colpisce soprattutto i bambini e i giovani.

Diffusa da bambini e giovani adulti a scuola e sul posto di lavoro, secondo quanto dichiarato al quotidiano nazionalista cinese Global Times dal primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale You’An di Pechino, Li Tongzeng, il picco di contagi si dovrebbe avere nelle prossime due settimane. Il primario ha anche avvertito del rischio di una seconda ondata di contagi durante le festività del Capodanno lunare, in programma a gennaio 2024: un periodo di grandi spostamenti in Cina che già per il Covid-19 aveva portato a un aumento esponenziale delle trasmissioni della malattia. Nel frattempo, anche in Vietnam e Francia i rispettivi governi hanno segnalato un aumento delle polmoniti infantili legate al mycoplasma pneumoniae.

La richiesta dell’Oms – Dopo le accuse di sottovalutazione e finanche di connivenza ai tempi del Covid, l’aumento dei casi nei bambini ha subito attirato l’attenzione dell’Oms che la scorsa settimana ha richiesto ulteriori informazioni alle autorità cinesi. Il 13 novembre le autorità avevano già segnalato l’aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie in loco, attribuendolo a una combinazione di diversi fattori, tra cui la circolazione di agenti patogeni normali legati all’influenza e alla rimozione delle restrizioni per il contenimento del Covid. La richiesta dell’Oms citava un rapporto della ProMED che menzionava un tipo di “polmonite non diagnosticata” in diffusione tra i bambini.

Dopo aver consultato i dati condivisi dalle autorità cinesi, la direttrice ad interim del dipartimento dell’Oms per la prevenzione di epidemie e pandemie, Maria Van Kerkhove, ha confermato che l’ondata di casi in Cina sembra essere dovuta a un incremento del numero di bambini esposti ai comuni agenti patogeni dell’influenza che avevano evitato durante i due anni di restrizioni della politica Zero Covid applicata in Cina. “Non ci sono indicazioni di patogeni nuovi o anomali”, ha chiarito Van Kerkhove, definendo la diffusione dell’influenza una conseguenza “prevedibile” della rimozione delle restrizioni. “Abbiamo chiesto i dati comparativi con il periodo precedente alla pandemia da Covid-19”, ha aggiunto. “E i picchi delle ondate che vediamo in questi giorni non sono così alti rispetto a quelli che vedevamo nel 2018-2019”.

Ospedali al collasso – Dal fronte cinese la scorsa domenica la portavoce della Commissione sanitaria nazionale, Mi Feng, aveva rassicurato che l’aumento delle malattie respiratorie gravi è causato dalla circolazione di un misto di diversi patogeni, tutti già noti. Ha poi invitato le autorità locali ad aprire più ambulatori per la cura dei sintomi delle malattie in circolazione, invitando a promuovere le vaccinazioni tra i bambini e gli anziani. Nel frattempo però, gli ospedali di diversi centri urbani del Paese faticano ad accogliere l’alto numero di pazienti. Negli ultimi giorni sui social media così come sui canali di informazione tradizionale in lingua cinese sono comparsi video di ospedali affollati, con lunghe file agli sportelli di consegna dei medicinali e reparti pediatrici sommersi di bambini intenti a fare i compiti mentre attaccati a una flebo. La situazione è la stessa in diverse città settentrionali della Cina, da Shenyang a Pechino, arrivando fino a Xi’An.

Sia l’Oms che il governo cinese sono stati accusati di scarsa trasparenza nella diffusione dei primi dati relativi alla pandemia da Covid-19. La stampa cinese in questi giorni sta coprendo le notizie relative alle infezioni trattando i casi come episodi di influenza e invitando a non fare allarmismo. Sui social media in Cina i contenuti si diversificano tra chi ha documentato le lunghe attese e i sovraffollamenti negli ospedali e chi condivide consigli di Medicina tradizionale cinese per curare i sintomi delle infezioni nei neonati.

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