La giornalista e conduttrice è stata intervistata da Vanity Fair
Secondo Francesca Fagnani, “a Belve si vince”. Lo ha detto lei stessa intervistata da Vanity Fair. Precisando però che “se tu vieni e pensi che sia un’intervista promozionale, hai sbagliato”. E ha pure risposto alla domanda classica del suo format, in onda su Rai2, “che belva si sente?”: “Un jack russell. Ci hai mai avuto a che fare? Ti morde e non ti molla mai”. Uno stile, quello della giornalista, molto riconoscibile. Talmente tanto da rischiare di cedere il passo alla ripetitività? No. A sentirla parlare viene da scommettere che non sarà così perché la sua idea è quella che tutti si possono invitare (e in tanti, siamo certi, accetteranno): “Ho invitato anche il Papa, mi ha risposto la segreteria del Pontefice, declinando l’invito”. A Bergoglio farebbe una domanda cult: “Ma lo schiaffo alla cinese?”. E se le si chiede se ci sia cattiveria nel suo modo di condurre le interviste, è sicura: “Cerco di fare domande che possono provocare, la seconda domanda, se non mi rispondi io insisto. La cattiveria è mettere in una luce cattiva una persona”. La giornalista affronta poi il tema della grande popolarità raggiunta e spiega: “Io sono quasi 20 anni che lavoro in televisione, ho lavorato con grandi maestri, Minoli, Santoro, e tu vedi persone tanto più importanti di te, che hanno costruito un pezzo di storia televisiva, un linguaggio televisivo, uscire di scena a un certo punto. La fama e la popolarità sono un’onda. Te la godi quando arriva perché per me si traduce in affetto. Ancora mi sorprende mi chiedono una foto per esempio, perché mi piace quell’affetto. Però so anche che come è arrivato può andare”.