L'ennesimo traguardo è stato dedicato (anche) a Fabrizio Frizzi, l'uomo della "rinascita" per la neo-laureata, che ora aspira ad intraprendere un percorso magistrale
Dopo aver sconfitto la malattia, per Valeria Favorito è arrivata la laurea in Teologia. Una storia tutta da raccontare quella della 35enne che nel 2000 ha ricevuto il midollo da Fabrizio Frizzi. Il brindisi per la nomina a ‘dottoressa’ è arrivato il 23 novembre, una data da cerchiare con la matita rossa, assieme ad altre tre. Come riportato dal Corriere del Veneto, infatti, la ragazza vive ‘tre compleanni’ all’anno, che coincidono con momenti decisivi della propria vita: “Il primo è il 31 agosto, giorno in cui sono stata messa al mondo. E ogni anno festeggio anche le date delle mie due rinascite: il 21 maggio, giorno in cui nel 2000 ho ricevuto il midollo osseo donato dal compianto Fabrizio Frizzi, mio fratello di sangue. E poi faccio festa anche il 26 novembre, data in cui nel 2013 sono stata nuovamente salvata grazie a un secondo trapianto“, ha detto.
L’ennesimo traguardo è stato dedicato (anche) a Frizzi, l’uomo della ‘rinascita’ per la neo-laureata, che ora aspira ad intraprendere un percorso magistrale: “Gli sarò sempre grata. Quando se n’è andato ho perso una parte di me stessa“, ha dichiarato, riferendosi al conduttore televisivo, scomparso nel 2018. Anche durante i festeggiamenti, il pensiero della giovane si è rivolto a chi soffre della patologia da lei stessa avuta in passato. Oggi Valeria è testimonial Admo, Associazione Donatori di Midollo Osseo, per portare la propria esperienza e contribuire alla ricerca sulle patologie ematologiche. “Grazie anche ai fondi raccolti con i tre libri che ho scritto finora, – ha spiegato – abbiamo finanziato la sesta borsa di studio per la ricerca sulle patologie ematologiche al Centro trapianti di midollo osseo dell’ospedale veronese di Borgo Roma, raggiungendo la cifra totale di 70mila euro“.
Favorito ha parlato anche delle sue attuali condizioni di salute: “Purtroppo sono alle prese con una nuova complicanza. Da qualche giorno, infatti, necessito della macchina per l’ossigeno. È una conseguenza di tutto ciò che ho affrontato… Un altro ostacolo che mi sto impegnando a superare”, ha raccontato la “Leonessa farfalla”, soprannome dato dal padre alla sua “guerriera che non molla mai”.