VICENZA – Più di trent’anni fa Piero Puschiavo era un ragazzotto con la testa rasata, fondatore del Veneto Fronte Skinhead, che esibiva baldanzosamente il fatto di essere un fascista, non solo in politica, ma anche nelle scelte musicali (famosi i concerti dei Gesta Bellica) e culturali. Adesso, che di anni ne ha 58 e fa l’imprenditore (prima costruiva sedie a sdraio per giardini, ora si occupa di bonifiche industriali), con alle spalle quattro anni di tesseramento con Fratelli d’Italia, ha deciso di fare il salto. Sta cercando di dare la scalata ai vertici del partito a Vicenza. Come ha annunciato qualche settimana fa, ha raccolto 200 firme tra iscritti, amministratori locali e dirigenti sindacali, candidandosi a presidente del Coordinamento provinciale di Vicenza per Fratelli d’Italia. Una mossa che non poteva passare inosservata, non fosse altro che per i trascorsi turbolenti di gioventù. Così domenica 3 dicembre sarà uno dei protagonisti del congresso provinciale che si concluderà con le votazioni.

Puschiavo ha sparigliato le carte di chi pensava che ci sarebbe stato un solo candidato, ovvero il deputato alla prima legislatura Silvio Giovine, già assessore comunale a Vicenza. Lo dichiara lui stesso: “Il congresso sarà un momento di dibattito e confronto attraverso proposte e prospettive future. I rumors della stampa locale, che davano per acquisito il voto unitario verso un solo candidato, vengono smentiti dalla mia candidatura. È spinta dalla richiesta di una parte degli iscritti che vuole un partito vincente, che viva e non sopravviva”. Sui contenuti che lo dividono da Giovine non anticipa nulla, ma la frase è chiara: non vuole un partito seduto sulle poltrone, ma movimentista.

Il suo nome è uscito come alternativa all’accoppiata formata dall’assessore regionale Elena Donazzan (vicentina di Bassano del Grappa) e dal ministro Adolfo Urso (padovano di origini siciliane) che danno vita a una delle correnti di FdI in Veneto. Donazzan ha attraversato la politica regionale dai tempi di Giancarlo Galan a quelli di Luca Zaia, sempre con ruoli di primo piano, visto che con il primo ha fatto l’assessore una volta e con il secondo addirittura tre volte. E’ diventata famosa anche per aver cantato “Faccetta nera” durante la trasmissione radiofonica La Zanzara, tanto che Zaia fu costretto a indurla a chiedere scusa. Donazzan non ha nascosto l’ambizione di candidarsi alla successione del governatore leghista, giunto ormai al terzo mandato e non candidabile a meno di modifiche legislative. L’altra corrente in Veneto è quella del segretario regionale Luca De Carlo, di stretta osservanza meloniana, che non a caso fa riferimento al ministro Francesco Lollobrigida, cognato della premier.

A Vicenza sembrava che vi fosse un solo candidato. Ma il capoluogo berico ha una storia particolare di rivalità in casa post-fascista tra Donazzan e l’eurodeputato Sergio Berlato, esponente della lobby dei cacciatori, che anche grazie a questo appoggio è riuscito ad essere eletto per quattro volte a Bruxelles. Dietro le quinte, sponsor di Puschiavo è proprio Berlato che cerca così di tagliare la strada alla sua avversaria. Puschiavo è portatore della tradizione più estrema della destra confluita in Fratelli d’Italia, mentre Giovine appare più istituzionale e quindi parte favorito. Non è detto però che il congresso non muti gli equilibri, anche se negli scorsi mesi c’è stato parecchio movimento sul fronte delle nuove tessere. Non a caso proprio Berlato aveva diffuso ad ottobre un post eloquente, con cui denunciava “il mercimonio delle tessere finanziato dai vari capi corrente locali e nazionali”. Si riferiva alle circa 1.300 tessere che sarebbero entrate nell’orbita di Donazzan e Giovine. Adesso vedremo quanto peserà nella conta finale la figura dell’ex skin, diventato leader di Progetto Nazionale, che adesso indossa giacca e cravatta.

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