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“Che coraggio devi avere per comportarti così? Non mi farete mai sentire una madre di mer**”: lo sfogo di Paola Turani. Ecco cosa è accaduto

Se in passato Paola ha spesso sorvolato i giudizi altrui, questa vicenda l'ha particolarmente ferita, decidendo quindi di andare a fondo della questione, trovando la responsabile delle infelici asserzioni

di F. Q.

Dopo le accuse piovutegli addosso, Paola Turani non è riuscita a trattenere le lacrime e ha sfogato la propria rabbia e frustrazione su Instagram. L’influencer è stata accusata di ‘non essere una buona madre’, perché ha lasciato il proprio figlio in un baby parking per godersi qualche ora di tranquillità con le amiche. Le pesanti critiche non sono andate giù alla modella, che ha così deciso di rivolgersi ad un legale. “Ho avuto giornate e inizio di settimana migliori, ma credo che sia giusto parlarne – inizia così lo sfogo della creator – e da queste parole possa scaturire un confronto e un chiarimento che io da donna e da mamma sento necessario ed è la prima volta che succede perché negli anni in cui sono su Instagram mi è capitato di tutto e me ne sono state dette di ogni, ma questa volta hanno un peso diverso e per me grandissimo perché si parla e si infanga la mia persona e soprattutto il mio ruolo di mamma”. Se in passato Paola ha spesso sorvolato i giudizi altrui, questa vicenda l’ha particolarmente ferita, decidendo quindi di andare a fondo della questione, trovando la responsabile delle infelici asserzioni .

Uno sfogo, quello di Turani: “Se tutte le altre volte sorvolavo, facevo finta di niente, non la davo vinta a nessuno, non replicavo, questa volta non ci sto. È da ieri che ho una rabbia, ho un nodo allo stomaco che non riesco a togliere. Sento che questa volta devo ed è giusto dire la mia, non ce la faccio a stare zitta anche perché sono state scritte e dette cose non vere che mi feriscono profondamente che vanno ad attaccare quello che è il mio ruolo di mamma e questo credo che sia per tutte le mamme e per tutte le donne il punto che forse fa più male e facendo queste storie io so che le persone che dicono queste cose rimarranno contente perché godono nel fare del male agli altri. Sicuramente non vedono l’ora che la persona in questione soffra e ci rimanga male e credo sia il loro obiettivo, ma non me ne frega niente. Se voi mi avete fatto un torto peraltro gravissimo, pagherete le conseguenze delle vostre azioni“, ha spiegato.

E ancora: “Sapevo che sarei crollata perché è da ieri che piango e i miei occhi possono parlare per me ma quello che voglio dirvi è che ovviamente saranno e sono già state contattate dall’avvocato e saranno diffidate e io vi giuro che farò il possibile per trovare anche il nome della persona che ha detto queste cose non vere. È facile dire e sparare sentenze gravissime rimanendo anonima ma io voglio il nome e cognome di questa persona, che è una mamma che era lì nella struttura esattamente come me. Che coraggio devi avere per comportarti così? Questi sono comportamenti volti a far sentire ancora una volta una donna una madre inadatta, sbagliata, inferiore verso qualcun altro e proprio nella settimana dedicata alla violenza sulle donne, che non è solo fisica ma verbale e psicologica, ecco un comportamento volto a sputare odio verso una donna, a denigrarla, a farla sentire come se fosse menefreghista, farla sentire in difetto”.

Nonostante le accuse, l’influencer è invece convinta di stare facendo il meglio per suo figlio: “Potrete inventarvi tutte le cattiverie di questo mondo ma non mi farete mai sentire una madre di m…da e una madre che non sono, perché so quanto valgo. Le persone intorno a me sanno benissimo l’amore che provo per Enea. Per fortuna dalla mia parte ho testimonianze, tutte le mie amiche mamme che erano lì con me, non abbiamo mai lasciato la struttura in 3 giorni… Non ci siamo mai allontanate, eravamo sempre lì presenti, a volte come si fa in un family resort che ha apposta questo servizio, ci siamo prese delle orette per rilassarci, stare insieme, bere qualcosa… io non devo giustificare niente a nessuno. Sono stanca delle campagne d’odio online e di leggere continuamente cattiverie. Chi sbaglia paga. Non funziona il motto: ‘sparo m…da e resto nell’anonimato e me la cavo’. Assolutamente no, risponderà delle sue azioni perché deve capire che certe cose non si fanno. Grazie invece alle persone che mi fanno sentire il loro supporto”.

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