“Per l’Europa è un momento critico, speriamo che ci tengano insieme quei valori fondanti che ci hanno messo insieme”. A sottolinearlo l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo “Quando eravamo padroni del mondo”, edito da HarperCollins. Draghi ha mostrato la sua “preoccupazione”, spiegando come “il modello di crescita si sia dissolto” e come “bisogna reinventarsi un modo di crescere”. Per questo, ha aggiunto, “occorre diventare Stato”. Tra le prime fila, ad ascoltare l’ex presidente del Consiglio, c’erano dem come il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, Luigi Zanda, ma anche il leader di Azione Carlo Calenda.
Secondo Draghi “l’allargamento dell’Unione Europea senza modificare le regole che funzionavano quando eravamo dodici membri è stato un errore colossale”. E ancora: “Ora la cosa più importante è capire come fare a costituire dei fondi europei che finanzino difesa e la lotta al cambiamento climatico. Serve poi una politica estera coordinata perché i ministri degli Esteri si vedono ma non si mettono d’accordo. Bisogna pensare a una maggiore integrazione politica, a un vero Parlamento d’Europa, iniziare a pensare che siamo che siamo italiani ed europei”. Sulla situazione di guerra in Medio Oriente l’ex presidente del Consiglio ha spiegato come per la pace “l’Europa dovrà fare qualcosa di più, molto di più che semplicemente mettere molto denaro come ha fatto finora. Necessariamente ci dovrà essere un coinvolgimento, che non credo possa essere militare. Ma ci sarà una grande presenza di una richiesta umanitaria”. Sull’Expo e il flop di Roma, ha invece rivendicato: “Non so perché abbiamo preso solo 17 voti ma non credo ai complotti universali, anche perchè l’Italia ha avuto una Expo già nel 2015 a Milano”, ha tagliato corto.