Attualità

Gino Paoli su X-Factor: “Li porterei tutti al dopolavoro ferroviario. L’alcol? Ho passato vent’anni bevendo una bottiglia di whisky al giorno”

Oltre allo show televisivo targato Sky, che negli ultimi giorni è stato al centro di polemiche mediatiche dopo il licenziamento di Morgan, Paoli ha parlato anche dei momenti più complicati che ha trascorso nella vita, con "lo spettro" dell'alcolismo che l'ha tormentato per 20 anni

di F. Q.

Gino Paoli non le ha mandate a dire nei confronti di X-Factor. Intervistato da Chi, l’89enne ha parlato del suo complicato passato trascorso tra le bombe della seconda guerra mondiale, del suo futuro, – considerando che l’ultimo libro uscito s’intitola “Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni” – e di temi d’attualità. Alla domanda su cosa ne pensa dei talent musicali, il cantautore non ha speso parole al miele nei confronti dei contest, su tutti quello condotto da Francesca Michielin. “X Factor proprio non lo guardo, quando mi capita penso: ‘Ma se io li prendo tutti e li porto al dopolavoro ferroviario di Sampierdarena?‘. Non è una battuta, non rida, l’ho fatto con Ornella (Vanoni, ndr) per fare la prova del nove, l’ho portata al circolo dei ferrovieri. Andò alla grande perché lei ingaggia, l’artista ingaggia e si misura, per davvero, però. Noi abbiamo avuto gli applausi e le abbiamo anche prese dal pubblico, ma questo ti dà la misura di te”, ha dichiarato al settimanale.

Oltre allo show televisivo targato Sky, che negli ultimi giorni è stato al centro di polemiche mediatiche dopo il licenziamento di Morgan, Paoli ha parlato anche dei momenti più complicati che ha trascorso nella vita, con ‘lo spettro’ dell’alcolismo che l’ha tormentato per 20 anni: “Ho passato vent’anni bevendo una bottiglia di whisky al giorno, ho smesso, non so bene come, quando è nato il mio ultimo figlio… vede se riesci a sopravvivere a te stesso, a un certo punto, ti devi chiedere chi sei. E non puoi cercare l’identità in posti dove non c’è, nella ricchezza, nei gadget, nei ruoli. Oppure nelle droghe e nelle pasticche. O infine nella violenza”, ha spiegato. Il vero punto di forza per l’artista sono gli amici: “Quando muore un mio amico telefono a Dio, che poi ha la faccia di mio padre, e gli dico: ‘Ma che ca…o!?’. E lui: ‘Ho i miei disegni, capirai’. Alla fine sì, lui deve sentirsi un po’ solo lassù, allora chiama a sé quelli decenti, simpatici e allegri. E io? Io sono un rompiballe”. Per concludere, Gino Paoli ha spiegato perché non ha paura della morte: “Quando arriverà non mi dispiacerà, questo mondo non mi piaceva e continua a non piacermi“.

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