Il 20 novembre è stata la Giornata mondiale dei diritti dei minori. Ne scrivo dopo una settimana perché in quella giornata, una giornata feriale, ho provato forte disagio. Ho assistito a istituzioni locali e nazionali, che, contrite, si sono battute il petto, per una intera giornata, lamentando come sui diritti dei minori si sia ancora molto indietro rispetto alla loro attuazione.

Per l’ennesimo anno ci siamo sentiti dire, a reti unificate e in tutte le salse, a tutte le latitudini italiane, che i diritti dei minori sono largamente disattesi. Oggi, con un aggravante ancora maggiore, la lesione quotidiana del diritto alla vita. Succede in Ucraina come in Palestina ma non solo in questi territori, in tutto il mondo ogni giorno si ledono i diritti essenziali dei minori ai quali destiniamo morte e sfruttamento, condannandoli alla fame – anche con il nostro concorso, di noi europei tanto evoluti e civili, si dice.

Oggi, dopo poco più di una settimana, siamo tornati alla normalità. Le luci si sono spente sulla Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, non ci sono microfoni da riempire di interviste inutili con parole e propositi, finiti con la Giornata del 20 novembre, come ogni anno.

Eppure anche quel giorno in Italia oltre 150 famiglie sono state sfrattate forzosamente dalle case, nove volte su dieci per morosità. Famiglie in gran parte povere, nelle quali, almeno nel 30% dei casi, erano presenti minori, forse, come accade a volte, anche disabili o con patologie.

Succede ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno. Anche nella Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. In questi casi, il volto dello Stato non è quello dei convegni, delle parole vuote, ma il volto meno amico, per i minori, della forza pubblica. Nessun Ministro, Sindaco, Assessore o associazione ha parlato del diritto alla casa per i minori, dei 15.000 minori sfrattati con forza pubblica, ogni anno, senza alcuna forma di assistenza da parte delle pubbliche amministrazioni. Nessuno ha parlato o rivolto un pensiero ai circa 250mila minori che vivono in affitto con famiglia con reddito da povertà assoluta. Nessuno ha pensato alle decine e decine di migliaia di minori che con le loro famiglie sono in graduatoria per una casa popolare, in attesa vana, condannati ad una vita precaria perenne.

Attenzione, davanti ad uno sfratto, conforme ad una sentenza emessa da un giudice, il problema non è quello di prorogarlo, ma quello di trovare una alternativa alloggiativa. L’Italia ha ratificato la Convenzione nazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Nella Convenzione è scritto che l’Italia si impegna a garantire il diritto all’alloggio, a sostenere la famiglia, a non dividerla. L’Italia con la Convenzione non si è impegnata a mettere la famiglia con minori, povera e senza soluzioni, in mezzo alla strada o a destinare, nelle rare volte in cui va “bene”, madre e minore in dormitorio o albergo per qualche giorno.

Mentre da una parte Italia, un Paese del G7, ratifica la Convenzione e celebra la Giornata Mondiale dei diritti sui minori, dall’altra viola sistematicamente e quotidianamente gli articoli 1, 2, 3, 4, 9 e 27 della Convenzione stessa. Per non parlare delle esecuzioni di sfratto di minori in pieno periodo scolastico che mettono a rischio la prosecuzione del percorso formativo (articolo 34 della Costituzione) e quando ci sono minori con disabilità e patologie, perfino il diritto alla salute (articolo 32 della Costituzione). E che dire della perdita, da parte dei minori, con lo sfratto, dei rapporti sociali e amicali? Ma questo è importante solo per certa sociologia.

Noto, sempre più, una ipocrisia odiosa: quella che da una parte ratifica la Convenzione internazionale sui diritti dei minori e la celebra, dall’altra non la applica e neanche tenta di ottemperare ad impegni presi a livello internazionale e davanti ai minori.

Nei sei anni in cui sono stato Segretario nazionale dell’Unione Inquilini, ogni anno e periodicamente ho scritto al Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, all’Unicef, ho segnalato loro sfratti eseguiti con minori senza alternativa alloggiativa, nessuno mi ha mai risposto, neanche un: “Grazie per la segnalazione”. Ho scritto diverse richieste di audizione alla Commissione parlamentare sui diritti dei minori, per essere audito sul tema, mai una risposta, neanche un: “Le faremo sapere”. Provo disagio per questo mio Paese incapace di ottemperare all’attuazione dei diritti dei minori. Ma allora perché il Governo italiano non disdice la ratifica della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza?

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