Dopo una carriera di successi discografici, Ozzy Osbourne ha ancora un ultimo sogno da spendere in ambito musicale, ovvero quello di potersi esibire per l’ultima volta live, cantando per il suo pubblico. “Se non posso più esibirmi regolarmente. Vorrei stare bene a sufficienza per riuscire a fare un ultimo show dove posso dire, ‘Hey, grazie a tutti per la mia vita’. Ci sto provando e se muoio alla fine, morirò da uomo felice”, ha dichiarato a Rolling Stone. Parole che hanno l’amaro sapore di addio al rock anche, e soprattutto, a causa di una condizione di salute precaria che lo storico frontman dei Black Sabbath ha oramai da tempo. Nel 2019 Osbourne ha subito danni irreversibili alla spina dorsale causati da un incidente. Sottoposto a diversi interventi chirurgici, gli viene scoperto un tumore. L’anno dopo, invece, ha cominciato a soffrire di Parkinson.
Il ‘padrino dell’heavy metal’ ha poi spiegato: “Sarò fortunato se avrò ancora dieci anni di vita. In più, quando invecchi, il tempo passa più in fretta”. A inizio anno il 74enne è stato costretto ad annullare la tournée europea con i Judas Priest, annunciando di aver dato forfait alle scene per motivi di salute. “Sto vivendo giorno per giorno, e se una mattina mi svegliassi e fossi in grado di tornare su un palco, lo farei subito“, ha spiegato. E ancora: “Mai avrei immaginato di finire così i miei giorni di tour. Questa è probabilmente una delle cose più difficili che abbia mai dovuto condividere con i miei fedeli fan. Come forse tutti saprete, quattro anni fa, in questo mese, ho avuto un grave incidente, in cui mi sono danneggiato la spina dorsale”, aveva scritto sui social. La voce “è ok per cantare”, il problema riguarderebbe il corpo “ancora fisicamente debole”.
Il Principe delle Tenebre – come soprannominato dai fan e dagli addetti ai lavori – non ha paura di morire, bensì di poter soffrire a causa delle complicate condizioni di salute: “Non temo la morte, ma temo la prospettiva di un’esistenza prolungata, dolorosa e miserabile – ha precisato il rocker – . Mi piace l’idea che, se hai una malattia terminale, puoi andare in un posto in Svizzera e farla finita rapidamente…”, ha concluso.