Cinema

Non riattaccare, Le Ravissement, Vincent doit mourir, La Palisiada: sorprese e delusioni al Torino Film Festival

di Davide Turrini

VINCENT DOIT MURIR di Stephan Castang (Francia, 2023) Crazies

Quando lo spirito dissacrante di Quentin Dupieux incontra la metafisica polanskiana de L’inquilino del terzo piano e il grand guignol di Cronenberg e Romero. La vita del goffo e insignificante designer parigino Vincent (Karim Leklou) si trasforma all’improvviso in incubo muto e violento: diversi colleghi di lavoro prima, poi alcuni passanti, infine due bimbi vicini di casa lo aggrediscono prendendolo a botte e cercando di ucciderlo. Razionalmente non c’è spiegazione e allora Vincent nell’indifferenza generale fugge in Normandia nella casa del padre e scopre che esiste una rete nascosta che si chiama Sentinelle composta da persone che temono per la vita appena incrociano lo sguardo di altri uomini e donne. Unico campanello d’allarme il ringhiare del proprio cane che avvisa dell’imminente aggressione. La fuga con il cagnetto Sultan e la ruspante e ginnica cameriera di un fast food (Vimala Pons) finirà tra scenari apocalittici di morte e distruzione verso l’Atlantico. Vincent doit murir è suggestione di cinema di genere americano incistato con giudizio e originalità in corpo e anima francese: tanto esilarante, sardonico e sorprendente nella prima parte, quanto più disunito e leggermente ripetitivo sul fondo. Al centro, comunque, una vivida e ruvida storia d’amore che salverà i viventi dalla solitudine. Proprio come canta Dave nel brano Vanina (1961) presente più volte nel film.

Non riattaccare, Le Ravissement, Vincent doit mourir, La Palisiada: sorprese e delusioni al Torino Film Festival - 3/4
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