I test psicoattitudinali per i magistrati? È un “esame previsto per la polizia giudiziaria”, pertanto “non sarebbe uno scandalo se fosse esteso ai pm che ne sono i capi”. Un’ipotesi, quindi, condivisa dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale ricorda di averne scritto nelle sue “pubblicazioni degli ultimi venti anni”. Non solo. Nordio rilancia: “Anzi a dire il vero io parlavo di esame psichiatrico“.
In un’intervista al Corriere della Sera il ministro della Giustizia affronta lo spinoso argomento dei test psicoattitudinali per i magistrati tenendo a precisare che la norma non è stata approvata nel Cdm – dove invece è arrivato il via libera alla disciplina del nuovo “fascicolo del magistrato” – “per il semplice fatto che non era inserito nel testo del provvedimento”. Non ci sarebbe stato quindi nessun suo blocco: “Da lì a dire che mi sono scontrato con il sottosegretario Mantovano ce ne corre. Si tratta di argomento delicatissimo (quello dei test psicoattitudinali, ndr), che va discusso con grande pacatezza e con le interlocuzioni del Csm e degli ordini forensi”. Ipotesi quindi non definitivamente archiviata.
Nella sua lunga intervista al Corriere Nordio taccia come fake news i retroscena che raccontano di un Consiglio dei ministri burrascoso, così come sono false notizie quelle che parlano della sua riforma della giustizia bloccata da Giorgia Meloni. Sulle “pagelle dei magistrati” il ministro della Giustizia afferma che “sono valutazioni fatte dal Csm, in piena e assoluta indipendenza, e quindi sono una dimostrazione della nostra sensibilità sull’autonomia della magistratura”: “Poiché i pm hanno il potere di imbastire indagini talvolta lunghe e costose, che distruggono la vita e le finanze delle persone, e poi si concludono nel nulla – aggiunge – è ragionevole che si valutino anche i risultati delle loro inchieste”.
All’attacco dei magistrati del ministro della Difesa Guido Crosetto e i suoi riferimenti a presunte riunioni organizzate dalle toghe per tramare contro la sua maggioranza, il collega Nordio sottolinea che Crosetto “non ha mai parlato di complotti ma ha interpretato la preoccupazione della politica per gli atteggiamenti di alcuni magistrati” citando anche “lo scandalo Palamara“: “Il ministro Crosetto non è solo un amico ma è un politico con cui siamo in consonanza praticamente su tutto”, aggiunge Carlo Nordio.
E in merito alla richiesta di Forza Italia di approvare la separazione delle carriere assieme al premierato il ministro della Giustizia sottolinea che “la separazione delle carriere è consustanziale al processo penale accusatorio ed è nel nostro programma. Non è affatto bloccata: semplicemente deve seguire quella, politicamente più importante, del premierato. In primavera comunque la porteremo in Cdm”, annuncia Nordio.