Eleonora Evi non è più co-portavoce di Europa Verde e va via dopo aver scritto una lettera aperta nella quale denuncia la “deriva autoritaria e autarchica” all’interno del partito, l’ennesimo – dice – “personale e patriarcale”. Titolo: “Mi dimetto. Non sarò la marionetta del #pinkwashing”. Sottotitolo: “La mia era diventata una carica di facciata”. E a ilfattoquotidiano.it racconta: “Non ho rinnovato la tessera, non mi riscrivo a Europa Verde, a dimostrazione che è una decisione che ho maturato nel tempo, ma rimango nel gruppo Alleanza Verde Sinistra – il contrassegno con cui sono stata eletta – da indipendente”. Nella lettera sono diversi i riferimenti ai “vecchi dirigenti”. Evi è approdata in Parlamento nel 2022, eletta tramite Alleanza Verdi Sinistra, ma era nei Verdi dal 2020, quando ha lasciato il Movimento 5 Stelle con cui era diventata europarlamentare nel 2014 (riconfermata nel 2019), seguendo diverse tematiche ambientali, dal benessere animale, alla Politica agricola Comune e all’inquinamento causato dai combustibili fossili. Da due anni, quindi, era co-portavoce di Europa Verde insieme a Angelo Bonelli, ai vertici della Federazione dei Verdi dal 2009 al 2018. Nella lettera non si fa direttamente il suo nome, ma è chiaro il riferimento. Lei stessa ne parla, raggiunta al telefono: “Bonelli non accetta che qualcuno gli possa fare ombra, ma non ho mai voluto fargli ombra. Anzi, gli ho sempre riconosciuto più capacità e una grande esperienza. Ma nel momento in cui nel partito ci sono due portavoce – un uomo e una donna – non è immaginabile che una venga completamente ignorata e l’altro abbia tutto il partito che lavora per lui”.

Bonelli replica alle accuse
Angelo Bonelli risponde che “l’accusa di patriarcato non ha senso – dice al Foglio – Siamo l’unico partito con la parità di genere al suo interno. Evi fa riferimento alla questione femminile ma è solo un modo di cavalcare il tema del momento” spiega il co-portavoce di Europa Verde, dicendosi “un po’ spiazzato”. E si chiede “quale sia la ragione reale di questa decisione. Credo che c’entri la questione delle alleanze alle europee, lei è contraria a presentarsi insieme a Sinistra Italiana. Ma, come le ho detto tempo fa, ci siamo alleati con loro solo 10 mesi fa”. Di fatto, alcuni segnali c’erano già stati, come quando la scorsa primavera, in vista delle elezioni di Brescia (e sull’appoggio alla candidata a sindaco di Pd e centrosinistra) tra i Verdi era finita a carte bollate.

Le ragioni dell’ex co-portavoce
Ma Eleonora Evi racconta altri retroscena, ossia di quando “il Consiglio Federale Nazionale, organo per Statuto dotato di poteri di indirizzo politico, è stato chiamato a ratificare scelte già prese in altre sedi e annunciate a mezzo stampa”, o ancora, della richiesta “da me più volte reiterata di avere informazioni sullo stato di salute del partito (tesseramenti, federazioni attive, commissariamenti, ecc.) ottenendo risposte parziali o nulle”. Eppure il connubio era partito sotto altri auspici.

“Quando fui eletta co-portavoce nazionale di Europa Verde a Chianciano, nell’estate del 2021 – ricostruisce la deputata nella lettera aperta con cui ha annunciato le dimissioni – ero piena di entusiasmo e sinceramente convinta che avrei avuto la possibilità di collaborare concretamente a fondare un innovativo progetto ecologista”. E ancora: “Penso di aver dimostrato grande impegno ed entusiasmo, fin da subito, girando in lungo e in largo l’Italia per incontrare i gruppi locali, le associazioni e i comitati attivi sui territori”. Poi l’esperienza da europarlamentare: “Ho dato energia e risorse ad un partito che sembrava dimenticato e nei limiti dell’umana (e politica) fallibilità che non risparmia nessuno di noi, posso dirmi certa di aver profuso il massimo dell’impegno, anche nel rendere visibile all’esterno la costruzione di questo percorso”.

Le politiche del 2022 cambiano i rapporti nel partito
Qualcosa, però, è cambiato dopo le politiche 2022. La deputata lo definisce “un corto circuito quasi indecifrabile”. I Verdi dopo una lunga assenza, tornano in Parlamento con una senatrice e sei tra deputate e deputati. “Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me – racconta – e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale”. Eleonora Evi racconta di essere stata accusata pubblicamente di “ingratitudine” nei confronti della “famiglia verde” quando non ha espresso “posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza durante le riunioni della Direzione Nazionale e pubblicamente” nonostante il partito l’avesse “accolta”, offrendole uno scranno in Parlamento. E così si è rotto qualcosa: “Nel corso di questo ultimo anno la mia figura è stata sempre più oscurata e, di fatto, è stato annullato il ruolo della Co-portavoce femminile del partito, sul piano politico e comunicativo”.

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