In dieci anni si sono contati 2.967 morti sulle strade, vittime di incidenti causati da persone alla guida senza patente perché sospesa, non rinnovata, revocata o in alcuni casi addirittura perché mai conseguita. Il numero dei feriti è sensibilmente più alto, e supera i 50 mila.
A ricostruire l’andamento dell’ultimo decennio, sull’elaborazione di dati Istat, è l’ufficio studi di ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), che evidenzia l’aumento dei numeri soprattutto nel 2022: lo scorso anno, infatti, è stato quello più duro, con 342 morti (quasi 100 in più rispetto al 2019) e 7.568 feriti.
Per la guida senza patente, l’articolo 116 del codice della strada prevede, oggi, una sanzione che va da 5.100 a 30.599 euro e il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi. Ci sono poi dei casi in cui guidare senza patente si configura come reato a sé (dal 2016 è anche aggravante nell’omicidio stradale e nel reato di lesioni personali stradali), e tra questi c’è la recidiva: infatti, per la persona che viene colta di nuovo alla guida senza patente entro i due anni dal primo accertamento scatta la denuncia penale.
ASAPS, però, su questo tema evidenzia un cortocircuito, fondato su un fatto principale: ad oggi non esiste una banca dati delle violazioni, condivisa tra tutti gli organi di polizia stradale. Questo comporta di conseguenza un difficile accertamento delle recidive, nel caso in cui non sia sempre lo stesso organo a riscontrarla nel primo come nel secondo caso, e quindi ad averla visibile nel proprio database.
“Nel 1999 la norma fu depenalizzata e nel 2007 tornò ad essere reato a causa dei dati molto negativi degli incidenti in Italia” ricorda Giordano Biserni, Presidente ASAPS Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale di Forlì “poi nuova retromarcia nel 2016, con il ritorno alle sanzioni amministrative e a violazioni penali solo in caso di recidiva. Se i processi sono diminuiti, i dati del 2022 – i peggiori del decennio – ci devono preoccupare, anche per le fughe dopo incidente stradale”