A ottobre l’occupazione ha continuato a crescere. Stando ai dati provvisori dell’Istat il numero degli occupati si attesta a 23,69 milioni e registra, rispetto a ottobre 2022, un aumento di 455mila dipendenti permanenti e di 66mila autonomi. Il numero dei dipendenti a termine risulta invece inferiore di 64mila unità. Su base mensile, gli occupati salgono di 27mila (+0,1%) e il tasso di occupazione sale al 61,8%. Un livello così alto non si era mai registrato nelle serie storiche. Le persone in cerca di lavoro aumentano di 45mila, +2,3%, mentre gli inattivi calano di 69mila, -0,6%. Rispetto al mese precedente, l’aumento riguarda i soli dipendenti permanenti (+77mila) che superano i 15,7 milioni, indica l’Istat. In calo sia i dipendenti a termine sia gli autonomi.
Secondo molti osservatori, questa vivacità del mercato a fronte di un’economia stagnante si spiega con la tendenza delle imprese a stabilizzare i dipendenti a termine in una fase in cui trovare lavoratori è diventato più difficile. Ma potrebbe trattarsi in molti casi – i dati Istat non arrivano a questo livello di dettaglio – di contratti part-time: occorre ricordare che per l’Istat sono occupate tutte le persone tra 15 e 89 anni che nella settimana di riferimento “hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto”. E l’Italia è seconda tra i Paesi Ue per quota di part time involontari, cioè lavoratori che vorrebbero un tempo pieno (e dunque uno stipendio pieno) ma trovano solo contratti con orario ridotto.
Nel confronto annuo, il numero di occupati supera quello di ottobre 2022 del 2% (+458mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, a eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa. Rispetto ad ottobre 2022, inoltre, cresce il numero di persone in cerca di lavoro (+0,9%, pari a +17mila unità) e cala il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-4,2%, pari a -531mila).