Sembra un regalo di Santa Claus ma la Flc Cgil lo definisce “l’operazione pacco di Natale” del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che in un’intervista pubblicata da Il Messaggero ha annunciato che a dicembre tutto il personale scolastico riceverà l’anticipo una tantum legato alla vacanza contrattuale protratta fino ad ora.

A far arrabbiare Gianna Fracassi, segretaria nazionale del settore Scuola del sindacato capitanato da Maurizio Landini ma anche tutte le altre associazioni a difesa dei lavoratori, sono proprio le cifre dettate dall’inquilino di viale Trastevere: “Si va da 1.516 euro dei dirigenti scolastici ai 1.228 per i professori di superiori e medie con maggiore anzianità, dai 1.056 per i maestri della stessa fascia agli 829 dei professori di medie e superiori con più bassi anzianità”. Numeri “che fanno l’effetto di regalie per nascondere il fatto che non si aprono le trattative per il rinnovo del contratto e non si stanziano risorse adeguate per avere, almeno, il recupero dell’inflazione brutale ormai arrivata al 18%”, sottolinea Fracassi.

A detta del segretario nazionale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile i numeri sono altri rispetto a quelli annunciati: “Si va da un minimo di 500 euro per un collaboratore scolastico a circa 1.500 euro per i dirigenti Scolastici ma chiaramente lordo dipendente. In media parliamo di circa 574 euro netti per dipendente”. Calcoli confermati dal segretario della Gilda, Rino Di Meglio: “Arriverà un arretrato lordo tra i 700 e 1200 euro a seconda dell’anzianità; bisogna detrarre le ritenute previdenziali e fiscali, quindi scendiamo tra 500 e 700 euro netti”. Ma non solo. D’Aprile ci tiene a precisare: “Non è una concessione ma solo un’anticipazione che comunque verrà riassorbita al momento della sottoscrizione del Ccnl relativo al triennio 2022-2024”.

In sostanza soldi che sarebbero comunque arrivati tra qualche mese nei cedolini e che il Governo di destra ha solo messo prima del tempo nelle tasche di maestri, professori e collaboratori scolastici. Lo spiega bene anche la segretaria nazionale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci che al fattoquotidiano.it dice: “Le cifre di cui parla Valditara sono quelle dell’indennità di vacanza contrattuale, il cui importo relativo al 2024 verrebbe versato in anticipo e in unica soluzione al personale in servizio. Bene avere subito più soldi in busta paga, ma si tratta di un’una tantum e non ancora del rinnovo del contratto per il triennio 2021/23, che oltretutto sta già concludendosi. In Legge di bilancio ci sono altri tre miliardi per quel rinnovo, l’obiettivo deve essere quello di aprire al più presto il negoziato. Ci aspettiamo che il ministro si attivi in quella direzione”.

D’Aprile poi precisa un altro aspetto: “Si tratta del Decreto Legge 145 del 18 ottobre 2023 che prevede, in via eccezionale, l’accredito in busta paga dell’indennità di vacanza contrattuale prevista dalla Legge 234 del 30 dicembre 2021. È sempre un fatto positivo quando si interviene per valorizzare il personale della scuola soprattutto dal punto di vista economico. Interventi che però, attualmente, lasciano fuori dalla platea dei beneficiari i precari che comunque avrebbero diritto allo stesso modo di incentivi economici dal momento che contribuiscono in larghissima misura, al pari del personale di ruolo, a garantire la funzionalità delle scuole. È chiaro però che queste anticipazioni non sono assolutamente sufficienti; servono investimenti strutturali e duraturi nel tempo a partire dalla prossima manovra finanziaria che tenga anche conto delle tante rivendicazioni che stanno mobilitando, in questi giorni, il paese: retribuzioni adeguate al costo della vita, fiscalità, evasione, pensioni, sicurezza”.

Una preoccupazione condivisa dal presidente dell’Anief, Marcello Pacifico: “Questi soldi non verranno dati ai precari. Riteniamo che anche loro debbano avere lo stesso trattamento. Abbiamo avviato dei ricorsi. Se da una parte, finalmente, è stata accolta la nostra richiesta per tutto il pubblico impiego sull’allineamento dell’indennità di vacanza contrattuale al 50% del tasso di inflazione programmata come prevede la Legge, in realtà l’inflazione del triennio è di 16 punti percentuali. Di fatto questi soldi sono meno di quello che dovrebbero percepire. Abbiamo stimato che lo Stato dovrebbe quasi quattro mila euro in media al personale della scuola, non 1.500”.

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