Sarà una giornata molto importante quella di venerdì 1 dicembre per le indagini sul femminicidio di Giulia Cecchettin, la studentessa uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Il giovane, in carcere per omicidio aggravato, sarà interrogato dal pm Andrea Petroni. Il 22enne, fuggito e arrestato in Germania, potrebbe decidere stavolta di parlare davanti agli inquirenti mentre era rimasto in silenzio in occasione dell’interrogatorio di garanzia con il giudice per le indagini preliminari. Sono tante le domande che gli inquirenti hanno bisogno di rivolgere all’indagato, ora detenuto in carcere a Verona in infermeria.

L’autopsia fornirà agli inquirenti su come è morta la 22enne: risposte sono attese sul numero di ferite da coltello (una ventina le coltellate, secondo la prima ispezione sul cadavere) e su quale lama sia stata usata da Turetta: quella da 12 centimetri recuperata nell’auto in Germania o quella del coltello da 21 centimetri trovato spezzato nel parcheggio a Vigonovo. O entrambe. Bisognerà accertare, inoltre, se siano presenti ferite di altra natura, come da calci o pugni. E poi se Turetta abbia infierito su Giulia quando lei era ancora viva. Ciò potrebbe portare la Procura a contestare l’aggravante della crudeltà.

Inoltre, gli accertamenti dovranno stabilire se sia stato inferto un fendente letale e se la botta alla testa subita dalla ragazza, spinta a terra su un marciapiede mentre stava fuggendo, sia stata letale o meno. Inoltre, la fascia temporale della morte: se è deceduta verso le 23.40, quando le telecamere di sorveglianza della zona industriale di Fossò hanno ripreso l’ultima fase della aggressione, o se era ancora viva quando è stata caricata in macchina prima della fuga di Turetta. La famiglia della vittima ha nominato come proprio consulente il professor Stefano D’Errico, direttore di Medicina legale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina.
D’Errico, tra le altre cose, si è occupato di recente del caso della morte di Liliana Resinovich. Per la procura di Venezia è stato scelto Guido Viel del dipartimento di Anatomia Patologica dell’Università di Padova. Anche la difesa di Turetta ha indicato un proprio esperto per seguire gli accertamenti autoptici. Le prime analisi medico legali hanno stabilito che la giovane è morta per “shock emorragico”. Il corpo della vittima è stato poi ritrovato in un canalone vicino al lago di Barcis,

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