Attualità

Brutta caduta per Diego Dalla Palma: “Sdraiato su una portantina in ospedale, ho capito quanto la vita sia precaria”

Dopo la spaventosa caduta, il make up artist e imprenditore ha rassicurato i fan sulle proprie condizioni di salute

di Francesco Canino

Una caduta così brutta da aver immaginato di restare “immobilizzato per il resto della vita”. A raccontarlo è il protagonista di questa disavventura, Diego Dalla Palma, che attraverso il suo profilo Instagram ha rivelato cosa gli è accaduto ieri a Milano, postando una drammatica foto dal pronto soccorso del Policlinico dov’è stato trasportato con un’ambulanza. “Lo vedete, che ho ragione? Avevo scritto, se ricordate, che devo sempre pagare un prezzo a ogni mia gioia. A ogni mia conquista. Nelle scorse ore sono caduto, a schiena indietro, scivolando sul pavé, proprio sotto le Colonne di San Lorenzo, a Milano. Le belle scarpe che vedete, purtroppo, mi hanno fatto da scivolo e … bam, giù a terra”, ha scritto il make-up artist italiano di fama globale.

“Mercoledì scorso sorridente col cappotto rosso; poi riflessivo su ciò che significa il successo (come avvertissi qualcosa di sinistro); e infine sdraiato su una portantina, in ospedale. Sono ammaccato, dolorante, un po’ scioccato ma nient’altro. A conti fatti, è andata bene. Dovrò riposare qualche giorno per affrontare una serie di impegni già presi”, ha aggiunto Dalla Palma, confermando che il 5 dicembre sarà ugualmente sul palco del Teatro Manzoni di Milano per portare in scena Bellezza imperfetta – fra vacche e stelle, la sua prima opera teatrale.

“Comunque, anche se provato, acciaccato e con qualche ematoma fastidioso, ci sarò. Male che vada cercherò di stare con voi, se potrete spostare i vostri impegni, nella sola serata del 5. Comunque, si vedrà: per fortuna, non temo il dolore fisico. Tranquillizzo coloro che mi amano e potrebbero preoccuparsi: sorrido al destino”. Poi ha aggiunto una chiosa ironica: “Saluto anche chi non mi ama, trasmettendogli un pacato pensiero: per la tragedia definitiva abbiate ancora un po’ di pazienza. Sorridete anche voi al destino! Al vostro, intendo”. E infine, la confessione di essersi preso uno spavento tale da aver temuto il peggio: “Desidero ringraziare le due infermiere del policlinico che, fresche di turno, mi hanno consolato mentre mi immaginavo, con il pianto dentro, immobilizzato per il resto della vita”. Ma per fortuna, il peggio è stato evitato.

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