Sciopero generale nel Sud Italia il 1° dicembre: si chiude così il ciclo di mobilitazioni contro la manovra economica del governo proclamate da Cgil e Uil. A incrociare le braccia e scendere in piazza i lavoratori di Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Ci sono state manifestazioni a Bari, Catanzaro, Cosenza, Napoli, Potenza e Reggio Calabria. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha partecipato al corteo di Napoli, a cui secondo gli organizzatori hanno partecipato 30mila persone. La manifestazione di Bari è stata chiusa dal segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri. I sindacati parlando di “piazze strapiene” anche a Catanzaro, Cosenza, Potenza, Reggio Calabria. “Le politiche che sta facendo questo governo stanno portando il Paese a sbattere”, ha ribadito Landini, “perché non sta dando la soluzione che è necessario dare”.

Sulla base dei primi dati raccolti dalle rappresentanze sindacali unitarie delle aziende l’adesione media è del 70%. Punte del 100% alla Lidl di Taranto, allo stabilimento La Doria di Fisciano, in provincia di Salerno, alla General Electric di Foggia. Sciopero riuscito alla Rummo di Benevento (95%), all’Heineken di Taranto (70%), allo stabilimento Natuzzi di Matera (94%), alla Dalmine di Potenza (90%). In Basilicata l’indotto Eni registra un’adesione del 98%, in Calabria all’Italgas si è raggiunto il 70% di astensione e alla Sielte il 90%. Secondo la Fiom Cgil in Campania allo stabilimento Stellantis di Pomigliano si registra l’80% di adesione, il 95% alla Tfa (Ex Firema) di Caserta e il 60% alla Industria Italiana Autobus di Avellino. A Potenza, alla Smart P@per, l’adesione è stata dell’80%, del 98% alla Pittini. In Calabria alla Next Elettronica di Cosenza ha partecipato il 68%, alla Pignone di Vibo l’80%. In Puglia è stata buona l’adesione anche alla Acciaierie d’Italia (ex Ilva) nonostante i 2.500 lavoratori in cassa integrazione e i 3.500 impiegati nella salvaguardia degli impianti. Alla Bosch di Bari adesione del 70% e del 65% alla Leonardo di Grottaglie.

Il nuovo sciopero interessa tutti i settori ad esclusione di quelli pubblici, dei trasporti, di scuola, università, ricerca e Poste, che si sono astenuti dal lavoro a livello nazionale il 17 novembre scorso. La mobilitazione di Cgil e Uil, come annunciato anche dai palchi, “continuerà fino a che le rivendicazioni che hanno portato allo sciopero non avranno risposte dal governo. Maggiori salari, estensione dei diritti e modifica della legge di Bilancio che penalizza e impoverisce le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati”.

Nelle scorse ore il ministro Matteo Salvini, protagonista a metà novembre di un duro attacco ai sindacati seguito dalla precettazione del comparto dei trasporti, si è scagliato contro l’astensione dal lavoro di otto ore nelle ferrovie decisa con poco preavviso perché indetta in seguito all’incidente a un passaggio a livello in Calabria. Per il vicepremier si sono viste “scene indegne e inaccettabili nelle stazioni italiane” con “ritardi, treni cancellati e lunghe code di cittadini esasperati”. Una cosa “intollerabile”, per il titolare del Mit.

Foto di Cgil Nazionale

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