La Elbphilharmonie di Amburgo, dove sabato 2 dicembre alle ore 18 si svolge il sorteggio dei gironi dell’Europeo 2024, è una splendida sala concerto all’interno di una costruzione in vetro che raffigura una vela spiegata: un buon posto per lanciare il torneo di calcio che si terrà in Germania la prossima estate. Vela, mare, acqua sono simboli di bellezza e trasparenza, ma al timone ci sono sempre gli uomini e qui, come sempre, le cose cambiano.

La formula ad hoc per la Nations League
Prendiamo la formula di questo sorteggio: Germania paese organizzatore ammesso di diritto; venti squadre promosse dopo la fase eliminatoria – le prime e seconde dei gironi -; le tre vincitrici degli spareggi che si terranno a marzo 2024. E qui inizia la discussione: i playoff tengono conto dei risultati ottenuti nella Nations League 2022-2023. Ecco allora dodici nazionali suddivise in tre gruppi, con format che prevede due semifinali e finale: A) Polonia-Estonia e Galles-Finlandia; B) Israele-Islanda e Bosnia-Erzegovina-Ucraina; C) Georgia-Lussemburgo e Grecia-Kazakhistan. Si giocherà il 21 marzo e il 24 marzo. Le ultime tre qualificate avranno meno di tre mesi per preparare l’Europeo – si parte il 14 giugno, finale il 14 luglio -, dalla logistica all’area sportiva. Questa formula non può essere sicuramente definita scandalosa – l’Uefa ha ben altri peccati da farsi perdonare, vedi il ritardo con cui si bloccò il calcio europeo quando scoppiò la pandemia Covid nel 2020 -, ma può essere giustificata solo allo scopo di legittimare l’esistenza della Nations League. Il via libera alle tre migliori terze era indubbiamente un percorso più semplice, pur tenendo conto dell’esistenza di sette gruppi da cinque e di tre da sei nella fase eliminatoria: avrebbe rispecchiato il rendimento complessivo delle squadre e avrebbe fornito un panorama completo con sei mesi abbondanti d’anticipo.

Il criterio per le fasce: Italia in quarta
Il criterio della meritocrazia è stato invece applicato nella composizione delle urne per il sorteggio: le nazionali sono state ordinate in base ai risultati ottenuti nella fase eliminatoria. In fascia A Germania (paese organizzatore), Portogallo, Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra. Fascia B con Ungheria, Turchia, Romania, Danimarca, Albania e Austria. In fascia C Olanda, Scozia, Croazia, Slovenia, Slovacchia e Repubblica Ceca. La fascia D ha dentro Italia e poi Serbia, Svizzera e le tre vincitrici dei playoff. Gli azzurri, campioni in carica, sono finiti in quarta classe per la semplice ragione che hanno lasciato per strada dieci punti e hanno acciuffato la qualificazione nell’ultima partita, contro l’Ucraina, grazie anche a una decisione discutibile del gruppo arbitrale, VAR in testa: se il contrasto in area al 92’ Cristante-Mudryk fosse stato valutato in modo diverso, forse avremmo incassato la terza bocciatura internazionale dal 2017 a oggi, dopo le due mancate partecipazioni al mondiale. La verità? Al netto della professionalità dimostrata da Luciano Spalletti in un contesto obiettivamente difficile, ci siamo meritati la quarta “fumatori” e ci è andata pure bene.

Le ventiquattro squadre saranno suddivise in sei gruppi: accederanno agli ottavi le prime due di ciascun raggruppamento e le quattro migliori terze. Il torneo si svolgerà in dieci città, con Lipsia novità rispetto al mondiale tedesco del 2006. Lo slogan del torneo è “Uniti dal calcio. Uniti nel cuore dell’Europa”). Con i tempi che corrono, ci vuole molta fede per crederci.

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