Prove su strada

Sportequipe 8, la prova de Il Fatto.it – La scommessa italo-cinese nel premium – FOTO

Avviso ai naviganti: la Cina dell’automotive avanza sempre più velocemente. Lo fa in mille modi e tante forme. Oggi è sicuramente più vicina al gusto e al modo di concepire l’auto degli europei. Ma la marcia è ancora lunga. Che si avanzi da soli o che lo si faccia utilizzando alleanze, collaborazioni o meglio joint venture come quella tra DR e Chery Automobile. Dall’unione datata ormai più di 15 anni della produzione cinese e dell’assemblaggio italiano è appena nata infatti l’ultima creatura, la Sportequipe 8, il quarto pilastro (dopo i modelli 5, 6 e 7) della gamma del nuovo brand del gruppo di Maccchia d’Isernia.

Un Suv ibrido plug-in e presto GPL – sì, avete capito bene un trifuel al debutto alle nostre latitudini – che può sfoggiare anche la versione 7 posti. Quattro metri e settanta centimetri di eleganza e sportività racchiuse in un design di evidente tendenza europea, sia all’esterno che all’interno, tra finiture di qualità e tecnologia di ultima generazione.

Ma perchè si completi la lunga marcia e si affermi anche da noi la produzione di vetture cinesi, come nel passato capitò con quella giapponese, c’è bisogno di risolvere due rebus complicati. Il primo è l’affermazione – intesa come conoscenza e apprezzamento – dei brand. Che nel caso di Sportequipe 8 è attenuata proprio dalla sponda DR. Il secondo è quello del prezzo. Perché portare sul mercato italiano, decisamente fragile, un Suv come quello che abbiamo provato nei giorni scorsi sul circuito di Vallelunga e in un affascinante percorso intorno al Lago di Bracciano, a 50.000 euro (49.900 iva compresa, per la precisione…) significa caricarsi sulle spalle una scommessa davvero onerosa. E se è vero che il Presidente DR, Massimo Di Risio e i suoi uomini, ci hanno abituato ai miracoli (due anni di crescita consecutiva oltre il 100% annuo, con il 2023 che si attesterà al +70% con 35.000 immatricolazioni, di cui oltre 27.000 tra i privati), stavolta dovranno davvero superarsi per riposizionare il brand e i modelli in una nicchia decisamente contigua al premium.

Ma, in fondo, è tutto il progetto Sportequipe 8 a essere una scommessa. A cominciare dalla propulsione che, se formalmente è ibrida plug-in, scopriremo come di fatto sia molto più completa di quello che sembra. Intanto, è composta da un motore benzina 1.5 da 146 cv supportato da due elettrici da 75 e 95 cv per una potenza di sistema di 317 cv e 545 Nm di coppia. Sistema che garantisce uno 0-100 km/h in 6″9 e una velocità massima di 201 km/h. La trazione è anteriore con un cambio dotato di tre rapporti fisici, anche se arriva fino a 7: una tipologia più vicina al multimodale che al Cvt. Sono poi tre i livelli di recupero energia in fase di decelerazione. Mentre i due motori elettrici recuperano energia anche in fase di frenata. In entrambi i casi l’energia meccanica viene convertita in elettrica per ricaricare il pacco batterie (al litio ferro fosfato) da 19.3 kWh che garantisce un’autonomia in solo elettrico di 80 km (100 in città). In caso di batteria con basso livello di carica, uno dei motori elettrici funziona in serie con l’altro e a basse velocità funge da range extender nei confronti della batteria. L’autonomia complessiva comunque arriva a 1.000 (1.300 con il GPL) chilometri.

La vettura, come da tradizione DR, verrà offerta in un’unica versione con tutto di serie. E questo tutto è davvero tanto. Il design strizza l’occhio ai gusti europei con linee moderne e sensuali che richiamano alcuni stilemi già visti su altri brand come Jeep e Jaguar ma che riesce a rimanere ugualmente originale grazie al frontale con grande griglia esagonale e al cofano muscolare il giusto e proporzionato a tutto il progetto, mentre le fiancate sono morbide eppure definite.

Gli interni seguono lo stesso schema, tra soluzioni ispirate dall’esterno e originalità personalizzata. I due display in plancia per strumentazione e infotainment in orizzontale (in tutto 26,4″) si vanno a sommare con quello sottostante (da 9″) per la regolazione del clima quasi in verticale, per un’architettura già vista in diversi modelli di brand tedeschi. Ma i comandi a sfioramento del cambio automatico e le finiture artigiani made in Italy fanno la differenza in termini di qualità, anche percepita. Come spicca il ricco pacchetto di ausili alla guida di 2° livello.

Su strada, la Sportequipe 8 ha confermato di essere una vettura decisamente interessante, al netto dei discorsi fatti prima. Confortevole, spaziosa per tutti i passeggeri, sia anteriori che posteriori, e silenziosa il giusto grazie ai doppi vetri e ai materiali fonoassorbenti che fanno passare con moderazione solo la “voce” del quattro cilindri.

La sostanza complessiva regala una presenza su strada capace di assicurare tranquillità, sicurezza e stabilità in ogni condizione e percorso. Le sospensioni sono equilibrate, nè troppo dure nè troppo morbide e la vettura fila via liscia senza rollì, nè beccheggi, poggiandosi con leggerezza nelle curve, mentre assorbe anche gli scossoni più fastidiosi generati dall’asfalto del percorso in condizioni pessime. Sorprende anche la risposta quasi da elettrica del motore alle sollecitazioni del gas.

A completare il… tuffo nel premium di Sportequipe 8, l’offerta che viene portata al pubblico con il supporto di Drivalia, la società di noleggio, leasing e mobilità di CA Auto Bank, già partner di DR Automobiles. Un’offerta denominata “Drive to Buy”, il primo noleggio in abbonamento mensile già presente su Sportequipe 6 e Sportequipe 7. Di fatto, un’evoluzione delle tradizionali car subscription: Drive To Buy (12 mesi la durata massima) permette di salire a bordo di una Sportequipe nuova, senza vincoli temporali nè penali, con la possibilità di acquistare l’auto entro i primi due mesi. Ai clienti l’ardua sentenza.