Decine di milioni di etichette di vini già stampate che rischiano, a meno di ripensamenti, di finire al macero. Tutto a causa di un cavillo nella normativa europea sulla nuova etichettatura. Le nuove linee guida della Commissione europea mettono così sul piede di guerra le aziende vitivinicole.
L’Unione italiana vini (Uiv) parla di circa 50 milioni di etichette di vini italiani già stampate con le informazioni relative a ingredienti e valori nutrizionali contenuti nella singola bottiglia. Etichette che si basavano sul modello inizialmente condiviso e poi sconfessato dalle linee guida della Commissione Ue. Le precisazioni di giovedì del portavoce Agricoltura della Commissione, Olof Gill, infatti, non risolvono il caos, sottolinea l’Uiv.
Uno dei punti cruciali riguarda la parola “ingredients” anziché l’acronimo “i” a fianco al QR code sulla lista degli ingredienti. L’Unione italiana vini (Uiv), ribadisce come “l’intempestivo intervento della Commissione, a due anni dalla stesura del Regolamento comunitario (2021/2117) e ad appena due settimane dal varo della nuova etichettatura europea (8 dicembre)” rappresenta “un danno imprevisto e importante per il settore”. Per questo viene chiesta l’immediata sospensione di questa criticità, per rivederne il contenuto e garantire certezza giuridica alle imprese. L’Uiv ritiene necessario che venga permesso l’utilizzo di tutte le etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida e fino a esaurimento scorte.
Secondo Uiv e il Comitato europeo delle aziende vitivinicole (Comité Vins – Ceev), la nuova interpretazione si presta a diverse violazioni, a partire dal testo legislativo, poiché – a loro avviso – non spetta alla Commissione apportare nuove norme a livello di orientamento interpretativo. Oltre al fatto che l’adozione di nuovi obblighi dovrebbe prevedere un termine ragionevole per attuarli.