La sicurezza delegata almeno in parte ai lavoratori, con un prezzo fissato: “Non farti male oggi che, forse, ti do 100 euro domani”. Evitare infortuni sugli impianti è una priorità così alta per Acciaierie d’Italia, la società partecipata da ArcelorMittal e Invitalia che controlla l’ex Ilva, da averne delegato una fetta agli operai. In una ventina di righe e senza alcun confronto con i sindacati. Mentre oltre metà della forza lavoro è in cassa integrazione, gli incidenti sugli impianti si susseguono – ad avviso dei sindacati – per la scarsa manutenzione, da lunedì si spegne un altro altoforno e il socio privato guerreggia con quello pubblico per la ricapitalizzazione dell’agonizzante acciaieria, i manager hanno deciso di premiare i lavoratori che non si infortunano. “Incentivo”, lo chiamano. Per la Fiom-Cgil si tratta invece di una comunicazione di “natura vessatoria e propagandistica”.
La lettera è arrivata negli scorsi giorni e prevede una serie di criteri e parametri da rispettare affinché il bonus una tantum venga erogato. La premessa è d’obbligo: “La sicurezza è una priorità fondamentale per la nostra azienda, che si impegna costantemente a garantire il benessere dei nostri dipendenti, clienti, partners”, scrive il capo delle Risorse umane, Andrea Paolo Colombo, ex Fincantieri, ricordando che Acciaierie d’Italia adotta le “migliori pratiche in materia di prevenzione e protezioni dei rischi”. E nonostante questo, forse c’è bisogno di qualcosa in più: “Abbiamo deciso di introdurre un sistema incentivante per l’anno 2023 che riconosca il merito e l’impegno dei nostri dipendenti in materia di sicurezza profuso durante l’anno e sino ad oggi, e per lo specifico mese di dicembre”.
Ed ecco il prezzo: 100 euro da pagare a febbraio a chi non si infortuna. Ma non basta essere accorti, dipende anche da come si comportano i colleghi. Il sistema, insomma, si complica e il bonus si allontana già un po’. Innanzitutto, all’intero del gruppo l’indice di frequenza di infortuni dovrà essere “inferiore o uguale a 9”, quindi lo stesso indice dovrà essersi ridotto di almeno il 10% tra il primo e il secondo semestre dell’anno e quindi all’interno della “area di appartenenza” dovrà essere “pari a 0” nel mese di dicembre. Quindi la conferma che una parte della sicurezza viene delegata ai lavoratori: “Confidiamo nel fatto che grazie all’impegno comune questi obiettivi potranno essere raggiunti, permettendo di costruire insieme un luogo di lavoro sempre più sicuro”.
Il sistema, scrive Colombo, ha infatti come obiettivo la “riduzione degli eventi infortunistici, nel contesto aziendale, attraverso una premialità finalizzata all’adozione di comportamenti sicuri da parte dei lavoratori”. Insomma, se ci sono degli infortuni forse è anche un po’ colpa vostra. Da qui il “test” con l’incentivo che potrebbe anche replicato con un “simile meccanismo” nel 2024. Per i metalmeccanici della Cgil – che contestano anche “termini” e “scadenze” della lettera – l’introduzione “unilaterale” del premio è la conferma che, nell’ottica dei manager, “la sicurezza e la salute sono legate ai comportamenti dei lavoratori e non agli investimenti”. Un tasto sul quale i sindacati battono da tempo, denunciando la scarsa manutenzione in diverse zone dell’acciaieria con i rischi per la sicurezza che crescono di mese in mese.