Dopo essere stato arrestato aveva ammesso i quattro omicidi e aveva chiesto scusa pur sostenendo che si trattava di una “guerra giusta”. Era il marzo del 2019 e da allora Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per quei delitti e altri fatti di sangue commessi negli anni di piombo quando militava nei Proletari armati per il terrorismo, ha cercato di iniziare un percorso senza però mai rinnegare il suo passato. Ora Repubblica scrive che aveva iniziato a lavorare all’iter, previsto dalla riforma Cartabia, per chiedere di essere ammesso alla mediazione penale, che fa parte della giustizia riparativa per poter accedere ai benefici penitenziari e ai permessi premio. Ora il trasferimento di Battisti dal carcere di Parma a quello di Massa ha interrotto l’iter che deve essere ripresentato.
La procedura, consiste nel chiedere di incontrare i parenti delle vittime, i quali però possono rifiutare gli incontri con chi ha ucciso i loro familiari, ma già il solo fatto di aver intrapreso il percorso di mediazione può essere un elemento di valutazione da parte della magistratura di sorveglianza che decide se concedere benefici che consentono anche agli ergastolani di uscire dal carcere in permesso. Battisti ha commesso due delitti come esecutore materiale: quello del maresciallo di polizia penitenziaria Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, e quello dell’agente della Digos Andrea Campagna, ucciso a Milano il 19 aprile 1978. È poi coinvolto nelle uccisioni del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, avvenute entrambe il 16 febbraio 1979, la prima a Milano e la seconda a Mestre.
Ad occuparsi dei percorsi di giustizia riparativa sono i centri territoriali – la cui creazione definitiva avverrà nei prossimi mesi, informa l’articolo – e a queste nuove ‘strutture’ messe in campo dalla riforma Cartabia si deve rivolgere il detenuto che sarà ‘seguitò dai responsabili del progetto. Battisti, che ha 68 anni ed è stato arrestato dall’Interpol in Bolivia nel gennaio 2019 dopo 37 anni di latitanza durante i quali ha svolto l’attività di scrittore, è recluso da poche settimane nel carcere di Massa. Il Dap avrebbe accolto la sua richiesta di trasferimento dal carcere di Parma in quello toscano per essere più vicino ai familiari che vivono a Grosseto. Da un anno Battisti è stato “declassificato”, da detenuto in regime di alta sicurezza a detenuto comune, condizione che gli permette di iniziare a progettare un percorso che porti alla concessione dei permessi. Nel 2020 l’ex terrorista aveva ottenuto uno sconto della pena per buona condotta.