In queste ore, migliaia di famiglie palestinesi che nelle settimane scorse sono state costrette a fuggire dalle proprie case al nord trovando riparo a Khan Yunis, la seconda città della Striscia di Gaza, si stanno spostando ancora. Un altro esodo, questa volta verso Rafah e verso il Mar Mediterraneo, dopo il nuovo ordine di evacuazione arrivato dall’esercito israeliano. I civili, allo stremo e in condizioni drammatiche, vengono spinti ancora più a sud e questo nonostante anche la città di Rafah non sia stata risparmiata dai raid. Dalla fine della tregua e con l’inizio della seconda fase della guerra, l’area meridionale della Striscia è bersagliata da pesanti bombardamenti a tappeto, che hanno colpito anche le zone residenziali. Il ministero della Sanità palestinese ha fatto sapere che sono almeno 15mila e 900 i palestinesi uccisi dall’inizio della guerra. Di questi, il 70% sono donne e bambini. Il numero di morti è però probabilmente sottostimato, aggiunge il ministero, poiché il collasso del sistema sanitario a Gaza ha reso difficile la raccolta di dati e ci sono più di 6mila palestinesi considerati ancora dispersi.
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