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L’avvocato di Paolo Calissano ai domiciliari: ha fatto sparire 800 mila euro dai conti dell’attore e di altri assistiti

Per gli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria, Matteo Minna avrebbe commesso una serie di irregolarità nella gestione dei patrimoni degli amministrati (approfittandosi dell’età avanzata o delle fragilità)

di F. Q.

È finito agli arresti domiciliari l’avvocato Matteo Minna, amministratore di sostegno di Paolo Calissano, l’attore morto a causa di un mix di farmaci antidepressivi nel 2021. La guardia di finanza ha eseguito la misura emessa dal gip su richiesta della procura di Genova. Secondo l’accusa, Minna avrebbe fatto sparire soldi dal conto di Calissano e di altri amministrati, in totale quattro persone. Oltre agli arresti è stato disposto il sequestro di beni e conti correnti. Gli inquirenti gli contestano il peculato aggravato perché si sarebbe appropriato di 817.326 euro (secondo Repubblica, 500 mila proverrebbero proprio dai conti di Calissano), la falsità ideologica perché avrebbe redatto false relazioni di sintesi sull’andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate, la falsa perizia per errore determinato da inganno perché avrebbe indotto in errore il consulente incaricato dal giudice tutelare di Genova di esaminare la gestione patrimoniale e la regolarità dei rendiconti presentati in relazione agli incarichi di amministratore di sostegno affidatigli.

Per gli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria, Minna avrebbe commesso una serie di irregolarità nella gestione dei patrimoni degli amministrati (approfittandosi dell’età avanzata o delle fragilità). L’avvocato avrebbe prelevato ripetutamente dai conti correnti degli assistiti cifre che poi sarebbero confluite sul suo conto personale. Tali movimenti di denaro, spesso non rendicontati al giudice tutelare, venivano giustificati quali pagamenti di fatture (false) per compensi per assistenza legale o per altre prestazioni professionali di cui non è stata rinvenuta traccia. Per nascondere i prelievi Minna ha firmato relazioni periodiche di sintesi ideologicamente false sull’andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate omettendo di riferire su circostanze rilevanti.

L’indagato ha presentato al Ctu fatture false (in alcuni casi con numeri e date relative ad altre fatture emesse nei confronti di altri clienti, in altri casi duplicazioni di fatture precedentemente emesse nei confronti dello stesso assistito) quale giustificazione dei trasferimenti di denaro indebitamente effettuati dal conto intestato all’amministrato a favore del proprio conto personale.

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