Società

Non sono d’accordo col pessimismo dei dati Censis: attenzione alle distorsioni

“Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa”. (Gregg Esterbrook).

Ho voluto iniziare con questo aforisma per introdurre i dati Censis usciti da pochi giorni. Il commento che viene associato alla divulgazione delle statistiche e dei numeri ha colpito per l’immagine simbolica del “Sonnanbulo” che vuole descrivere una società che procede senza consapevolezza di sé e soprattutto senza un obiettivo da raggiungere.

I dati più eclatanti erano già sotto gli occhi di tutti. Provo sommariamente a sintetizzarli: calo della natalità, emigrazione di giovani laureati molto qualificati soprattutto in Europa, immigrazione di persone con scarse qualifiche. Sono dati buoni o cattivi? Dipende dal punto di vista e da come tiriamo la coperta dei numeri. L’Italia è uno dei paesi più densamente popolati al mondo che a sua volta sta arrivando a una sovrappopolazione di 8 miliardi. Il calo delle nascite può quindi risultare una risposta congrua e positiva, anche se a breve potrebbe ingenerare squilibri economici.

Proporre degli scenari apocalittici per cui fra 100 anni non ci saranno più italiani è una distorsione dei numeri. Sarebbe come se io, che sono calato due chili nel 2023, assumendo come continuativa la persistenza di questo trend di calo di peso, prevedessi di morire di anoressia fra 10 anni. E’ chiaro che si tratta di una estrapolazione errata perché quando fossi troppo magro riprenderei a mangiare. Allo stesso modo se fra 10 anni le coppie per il calo demografico avessero case a buon mercato, lavori molto pagati e territori vasti presumibilmente sarebbero stimolate a fare tre o quattro figli.

A questo punto introduco un altro aforisma: “Le previsioni sono estremamente difficili. Specialmente sul futuro”. (Niels Bohr).
Il fatto che i ragazzi siano liberi di andare a lavorare nel resto dell’Europa e che non scelgano più lavori poco qualificati (e poco remunerati) potrebbe essere anch’essa una buona notizia perché ci offre l’immagine di una gioventù libera di scegliere. Potrebbero esserci rischi, squilibri, problemi dettati dal fatto che certi lavori (cameriere, manovale, operaio ai turni etc) saranno prerogativa di ragazzi immigrati in Italia. Ogni dato può essere valutato da diverse prospettive.

Qui veniamo al problema di fondo dell’analisi elaborata dal Censis, perché non si ferma a diffondere i dati ma elabora una visione a mio avviso negativa del futuro. Vengono inizialmente proposte indagini statistiche che affermano che gli Italiani sono pessimisti e paurosi. Su queste indagini esprimo molti dubbi in quanto, come le previsioni elettorali e del tempo, risultano molto spesso fallaci.

Successivamente viene proposta una visione che alimenta un’idea negativa del futuro con l’immagine del sonnambulo che inevitabilmente andrà a sbattere. Nella realtà il sonnambulo non va quasi mai a sbattere perché una componente cosciente permane.
Sinceramente, come evidenzio nei ragionamenti precedenti, sono ottimista e penso che gli stravolgimenti sociali in atto abbiano un valore positivo, anche se in questi anni devono essere governate le conseguenze economiche e sociali.