Un lungo e toccante intervento per ricordare che la responsabilità educativa contro la violenza di genere “ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione”. Così Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, ha salutato per l’ultima volta la figlia di fronte a una chiesa gremita. Il padre della studentessa uccisa dall’ex fidanzato si è prima rivolto agli uomini, sottolineando che “noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere”. Quindi ha invitato tutti a un’autoanalisi: “Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere“. “Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti”, ha spiegato ancora.
Infine ha salutato la figlia, rivolgendosi direttamente a lei: “Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni”.