Ora arriva anche la beffa. Tra un anno i circa
700 tecnici specializzati selezionati tra 2021 e 2022 con
il fallimentare Concorso Sud voluto da
Renato Brunetta e inseriti nei Comuni per aiutarli a gestire i soldi del
Pnrr inizieranno a veder scadere i loro
contratti a termine. Dopo aver seguito corsi di formazione ed essere diventati
indispensabili per amministrazioni in
grave carenza di organico, resteranno a casa. Nel frattempo il ministro
Raffaele Fitto ha deciso di fare tabula rasa e varare un
nuovo piano di assunzioni, stavolta
a tempo indeterminato, per assumere
2.200 funzionari che assistano gli enti nella gestione dei
fondi di coesione. Con il rischio che, dati i tempi tecnici di svolgimento del concorso atteso per il 2024, i
sindaci rimangano
senza personale specializzato in uno degli anni clou per la messa a terra delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Avevo una lunga esperienza come
consulente della pa da libero professionista”, racconta a
ilfattoquotidiano.it Saro Rossi, che ha preso servizio al Comune di Catania nel dicembre 2021. “Ho deciso di mettermi a disposizione per la gestione del Pnrr, nonostante lo
stipendio fosse inferiore a quello che guadagnavo a partita Iva, perché con la pandemia il lavoro era diminuito e per motivi famigliari volevo viaggiare di meno. Ho seguito la presentazione delle istanze per gli avvisi a valere su risorse del Piano, la
rendicontazione su Regis, la programmazione, i rapporti con la società civile”. Con lui sono entrati altri
10, cinque dei quali hanno
dato nel frattempo le dimissioni – come molti altri vincitori di quella selezione – perché hanno passato un altro concorso che offriva un posto stabile o sono passati al privato, che paga di più. Si sono ritrovati in un’amministrazione con un’
età media del personale vicina ai 60 anni e
carenze di organico del 60% in alcune aree funzionali. Situazione che si ripresenterà a partire dall’anno prossimo, con la scadenza dei contratti a termine. “Abbiamo chiesto di essere almeno inseriti nel piano di assunzioni del Comune, ma ci hanno detto che essendo in
dissesto non se lo può permettere”, continua Rossi. Certo, lui e i colleghi potrebbero tentare il nuovo concorso previsto dal Dl Sud. “Ma sarebbe un non senso giuridico: noi abbiamo già passato una selezione. E comunque non avremmo diritto di prelazione, per cui rischiamo di essere
spediti altrove“. In un altro Comune, dove dovrebbero ripartire da zero. Lasciando scoperta l’amministrazione in cui lavorano ormai da due anni.
Se andasse così sarebbe l’ultima presa in giro per i superstiti del Concorso Sud, che stando agli auspici del governo Draghi avrebbe dovuto selezionare 2.800 professionisti al Sud. Tra stipendi bassi e precariato, le condizioni offerte erano così poco appetibili che si è registrato un numero record di defezioni in corso d’opera. Alla fine, nonostante un secondo bando, nelle file delle amministrazioni sono entrate alla fine poco più di 800 persone, un centinaio delle quali ha poi dato le dimissioni. “Almeno i 700 rimasti vanno stabilizzati: le amministrazioni territoriali hanno enorme bisogno di personale qualificato, non ha senso disperdere le loro competenze”, commenta Tatiana Cazzaniga, segretaria nazionale della Fp Cgil funzioni locali. “E il costo sarebbe relativamente ridotto: 32 milioni all’anno”.
Il problema è ben chiaro anche alla maggioranza, che aveva presentato emendamenti ad hoc sia al Dl Sud sia al Decreto Anticipi chiedendo di prevedere risorse aggiuntive per consentire ai Comuni di stabilizzare i 760 precari già al lavoro nei loro uffici. O consentire almeno di optare per la loro conferma nell’ambito delle manifestazioni di interesse per nuove assunzioni a valere sul prossimo concorso. Niente da fare: le proposte delle opposizioni sono state bocciate dal governo, quelle di maggioranza – tra cui quelle a prima firma del forzista Francesco Cannizzaro e del senatore di Fdi Salvo Pogliese – ritirate. Non è passato neppure l’emendamento del senatore leghista Gianluca Cantalamessa, che non prevedeva stanziamenti aggiuntivi. L’ultima spiaggia, ora, è il decreto Milleproroghe.
Quanto al nuovo concorso, la Fp Cgil rileva una contraddizione non da poco. “Ben venga l’assunzione di 2.200 nuovi funzionari. Ma il cofinanziamento europeo per il programma nazionale di Assistenza tecnica Capacità per la Coesione 2021-2027, con cui saranno finanziati i loro contratti, dura solo fino al 2029“. E dal 2030 come li pagheremo? Stando al decreto Sud, “attraverso tagli al Fondo per il trasporto pubblico locale, al Fondo di solidarietà comunale, al Fondo per le Città metropolitane e al Fondo per le Province, oltre che al Fondo per le esigenze indifferibili del ministero dell’Economia”. In pratica, attacca il sindacato, “da un lato si assume chi dovrebbe potenziare i servizi ai cittadini, e dall’altro si tagliano i servizi stessi”.