Dopo la rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso, che ha evidenziato un aumento del 25,3% di ricoveri da Covid, anche l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe conferma un sensibile aumento dei ricoveri. Dopo un mese di stabilità, infatti, i posti letto occupati da pazienti Covid-19 dal 2 novembre al 29 novembre, sono più che raddoppiati sia in area medica, passando da 3.632 a 5.741 (+58,1%), sia in terapia intensiva, dove c’è stato un aumento da 99 a 170 ricoveri (+71,7%). Al 29 novembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 9,2% in area medica (dall’1,8% della Basilicata al 10,1% dell’Umbria) e dell’1,9% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta al 2,8% dell’Emilia-Romagna).
“Se in terapia intensiva“, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, “i numeri sono esigui dimostrando che oggi l’infezione da Sars-Cov-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti”. Il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce infatti con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 39 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 112 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 271 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 421 per milione di abitanti negli over 90.
Anche i decessi sono raddoppiati nell’ultimo mese: da 148 nella settimana 26 ottobre-1 novembre a 291 nella settimana 23-29 novembre, per un totale di 881 decessi. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i decessi risultano quasi esclusivamente a carico degli over 80. Infatti, a fronte di un tasso di mortalità di 3 decessi per milione di abitanti, sono 23 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e 46 per milione di abitanti negli over 90.
Nel frattempo procede la campagna vaccinale, seppur a rilento. Al 30 novembre sono state somministrate 1.042.541 dosi così suddivise: 190.467 (18,3% del totale) agli under 60 anni, 183.901 (17,6%) alla fascia 60-69 anni, 327.340 (31,4%) alla fascia 70-79 anni e 340.833 (32,7%) agli over 80. Facendo riferimento all’ultimo aggiornamento della platea ufficiale, il tasso di copertura nazionale per gli over 60 è solo del 4,9% (dallo 0% dell’Abruzzo al 12% della Toscana). E quello degli over 80, la fascia di età più suscettibile a ricoveri e decessi, è del 7,4% (dallo 0% dell’Abruzzo al 17% della Toscana).
“Nonostante le raccomandazioni del Ministero della Salute“, ha commentato il presidente, “i tassi di copertura negli over 60, ed in particolare negli over 80, rimangono molto bassi a livello nazionale e prossimi allo zero in quasi tutte le Regioni del Sud. Con un numero di somministrazioni che, invece di aumentare, si riduce. Purtroppo, al fenomeno della ‘stanchezza vaccinale’ e alla continua disinformazione sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, si sono aggiunti vari problemi logistico-organizzativi: ritardo nella consegna e distribuzione capillare dei vaccini, insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di medicina generale, mancata attivazione della chiamata attiva dei pazienti a rischio, difficoltà tecniche dei portali web di prenotazione. Con la tragica conseguenza che l’attuale incremento della circolazione virale viene a coincidere con il progressivo declino della copertura immunitaria in un numero sempre più elevato di anziani e fragili, aumentando inesorabilmente ricoveri ordinari e decessi”.
Le indicazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid-19 2023-2024 sono contenute nella Circolare del Ministero della Salute del 27 settembre che fa seguito quella del 14 agosto. L’obiettivo è quello di prevenire mortalità, ospedalizzazioni e forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, oltre a proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. “I dati”, ha aggiunto Cartabellotta, “confermano una progressiva ripresa della circolazione virale, peraltro largamente sottostimata, dovuta a fattori concomitanti.” E conclude: “Alla luce del quadro epidemiologico, della percentuale di reinfezioni, dell’efficacia dei vaccini sulla malattia grave e delle rilevanti criticità che condizionano l’erogazione dei servizi sanitari, la Fondazione Gimbe invita le Istituzioni a potenziare rapidamente la campagna vaccinale“.