Prove su strada

Great Wall Wey 03, la prova de Il Fatto.it – Ambiziosa e alla spina. Ma il prezzo… – FOTO

Se non corressimo il rischio di essere considerati blasfemi, quando si parla di automotive in chiave Cina, ci sembra di assistere a una sorta di remake della moltiplicazione dei pani e dei pesci di evangelica memoria. Ogni giorno ne spunta qualcuno. Poi, magari si tratta di marchi che hanno decenni di attività e produzione alle spalle. Sta di fatto, però, che ora tutti sono pronti a sbarcare in Europa, quindi anche in Italia. E non con un modello, con una “cesta” – come quella dei pani e dei pesci – di modelli che rischia di inflazionare l’offerta e confondere le idee al cliente medio (soprattutto quello italiano), già abbastanza confuso di suo.

Nel nostro caso GWM, Great Wall Motor, da quasi quattro decenni sul mercato, rilancia la sua sfida dopo anni di tentativi non esattamente riusciti. Compresa la vicenda del modello Peri, datata 2006, una “copia conforme” della Panda al punto che Fiat con due azioni legali ne bloccò l’importazione in Europa. Ebbene, nel 2024 il mrchio giapponese farà debuttare proprio nel vecchio continente un’auto che vuole essere l’apripista di un’offensiva in grande stile. Parliamo di un Suv compatto, elegante e raffinato, lo Wey 03: quasi 4,7 metri di lunghezza (1,73 di altezza, 2,74 m di passo), ibrido plug-in con motore turbo 2.0 da 204 cv abbinato a 1 o 2 motori elettrici a 2 o 4 ruote motrici che abbiamo provato tra Fiumicino e il Lago di Bracciano.

I più attenti ricorderanno che questo modello, coincide con un prototipo presentato tempo fa e denominato Wey Coffee 2. Ma a Boarding, quartier generale GWM (8 milioni doi abitranti a 150 km da Pechino) hanno recentemente stravolto la loro filosofia per puntare sulla “One GWM”, cioè un brand unico declinato nei vari modelli prodotti: Ora (elettriche), Wey e Haval (Suv), Tnak (4×4) e Poer (pick-up).

E bisogna ammettere che lo Wey 03 guidato è un prodotto di qualità elevata in tutti gli aspetti: design, interni , tecnologia e motorizzazione. Insomma, potrebbe davvero essere come è nel target del costruttore il prodotto giusto per la classe media. Potrebbe, poi spiegheremo il condizionale. Le linee sono quelle giuste per i gusti e le tendenze europee, morbide ma sportive, robuste ma eleganti. E le finiture interne, dai sedili alle plastiche della plancia, sposano un lusso non eccessivo ma decisamente razionale. Un po’ come la tecnologia di bordo con un mega display centrale da circa 26″, orizzontale ma stile Tesla, uno dietro il volante più piccolo per la strumentazione eppure molto definito e visibile e infine un terzo sotto quello principale per la climatizzazione. La chicca? La telecamera alla sinistra del conducente che monitora il suo stato di attenzione.

Lo stesso sistema propulsivo segue una linea innovativa al punto da sommare una serie di record per il segmento in questione. Il pacco batterie agli ioni di lito senza cobalto (prodotto in Casa dall’azienda Svolt come tutte le altre componenti della vettura) è da 34 kWh con sistema a 800 Volt e garantisce un’autonomia elettrica di 136 km. Il primo record, appunto come per i 50 kW per la ricarica, cui seguono tutti gli altri: lo 0,5 litri/100 km dei consumi, i 15 g/km delle emissioni di CO2, la valutazione 5 stelle dell’Euro NCAP e la stessa potenza. Con il motore termico da 204 cv (150 kW) con trasmissione a 9 rapporti che, insieme con i motori elettrici nella versione 4 ruote motrici eroga 325 kW, cioè 442 cv, con una coppia di 685 Nm per accelerare da 0 a 100 km/h in 5″3 e toccare una velocità massima di 230 km/h. In quella a due ruote motrici a trazione anteriore con un solo motore elettrico esprime comunque 270 kW (367 cv) di potenza e 500 Nm di coppia.

Insomma, un pacchetto convincente. Capace di stupire anche nella prova su strada per comfort, silenziosità, sicurezza e stabilità. Un Suv maneggevole e decisamente reattivo che farebbe molto comodo a qualsiasi utente se non fosse che il prezzo annunciato del modello in questione si aggirerà tra i 45-50.000 euro per la versione di ingresso, quella cioè a 2 ruote motrici e un motore elettrico. E qui non è in discussione se la vettura li vale o meno. Ma se il cliente medio italiano è pronto a farsi convincere a investire quella somma per una vettura di un marchio poco conosciuto, con l’altra incognita del post-vendita. L’annuncio del dealer che si occuperà della vendita delle auto GWC dovrebbe arrivare a giorni, con la trattativa in corso vicina alla definizione perché la Wey 03 dovrebbe arrivare in concessionaria a febbraio 2024.

La sensazione è che lo sbarco avverrà comunque ma l’esito dipenderà dagli investimenti per valorizzare e far conoscere marchio e prodotto. Un cammino che non sembra agevole nè breve. E sarà interessante capire come le attuali partnership europee, al momento ferme a Irlanda, UK, Germania, Svezia e Israele, evolveranno in termini di numeri concreti con quelle che si avvieranno nei prossimi mesi e cioè Danimarca, Italia, Austria, Svizzera, Grecia, Bulgaria, Spagna, Portogallo e Benelux.

Va ricordato che GWM è all’ottavo posto tra i costruttori sul mercato cinese con oltre 1,2 milioni di auto vendute nel 2021 (il 20% esportate). Parliamo di un gruppo impegnato in 60 Paesi con 78.000 impiegati e 14 centri di Ricerca e Sviluppo tra veicoli (9) e software (5) e che entro il 2030 vuole raggiungere il target dell’elettrificazione della gamma (che dal 2021 a oggi è salita dal 5 al 23%) per arrivare a diventare carbon neutral al 2050. Questo grazie anche ai grandi investimenti nella produzione delle batterie (senza cobalto) con 2 impianti in Germania, 11 in Cina, 1 in Thailandia. E in Europa ne sarà costruito almeno un altro.

La gamma che arriverà in Europa dopo la rivoluzione è molto più snella e definita. Insieme alla Wey 03 ci sarà l’altro Suv Wey 05, più lungo di 20 cm e più largo di 7: un altro ibrido plug-in con 146 km di autonomia. Mentre nel 2025 arriverà un C-Suv più compatto dello 02. Poi c’è la ORA 03, una city-car elettrica esteticamente interessante con autonomia a 420 km e infine la ORA 07 una berlina sportiva, sempre elettrica con 522 km di autonomia e uno 0-100 km/h in 4″3. L’incertezza, però, non cambia: per la cronaca, la ORA 03 in Germania viene venduta a 38.000 euro, cioè lo stesso prezzo di Smart #3.
La sensazione è che dopo il miracolo della moltiplicazione, ce ne voglia un altro.