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La madre di Alberto Scagni visita il carcere dove hanno massacrato il figlio. Ilaria Cucchi: “E’ andata per capire dove lo Stato ha fallito”

La madre di Alberto Scagni visita il carcere dove hanno massacrato il figlio. Ilaria Cucchi: “E’ andata per capire dove lo Stato ha fallito”
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Un resoconto affidato a un post social della senatrice Ilaria Cucchi: così Antonella Zarri, madre di Alberto Scagni, ha reso noto l’esito della sua visita all’Istituto penitenziario di Sanremo dove il figlio, condannato per aver ucciso la sorella Alice, è stato sequestrato e picchiato da altri due detenuti. Antonella, ha spiegato Ilaria Cucchi, si è recata nel luogo in cui suo figlio è stato massacrato “per capire dove lo Stato ha fallito“.

“Chiedo quanto tempo è durato, mi rispondono ‘tre ore.’. L’agente in borghese che mi sta accompagnando mi aggredisce verbalmente. ‘Lei non può parlare coi detenuti‘” racconta Antonella. “I ragazzi nelle celle vorrebbero parlare, ma vengono rapidamente istruiti a non esporsi. Allora parlano gli occhi, tradiscono disperazione, senso di impotenza, sono gli occhi del carcere”. “La direttrice ci riceve in sala riunioni. Resta muta, insipida e melliflua, non una parola di rammarico. C’è chi lo chiede per me: ‘La signora voleva sapere cosa è successo.’ ‘C’è un’indagine in corso’, risponde. Sbotto, in modo educato, che la verità si può dire sempre“.

La madre, secondo quanto riporta Cucchi, racconta poi di essere andata a vedere “la cella 6” cioè “quella in cui è stato massacrato di botte Alberto, mio figlio”, che ora è in coma farmacologico. “La cella è un macello“, prosegue Antonella, “Le macchie di sangue sono ovunque. Tavoli e brande, scaravoltati. È la scena di una sommossa in 15 metri quadrati”. Ilaria Cucchi nel condividere le parole della donna spiega: “La famiglia aveva chiesto più volte aiuto allo Stato perché Alberto soffriva e aveva già messo in atto comportamenti violenti, minacciando sua sorella e i suoi genitori. Lo Stato non ha risposto. Da quando è finito in carcere, Alberto è stato massacrato più di una volta: a Marassi, prima, a Sanremo, pochi giorni fa. È stato picchiato talmente forte che ora ha bisogno delle macchine per sopravvivere”.

Il 4 dicembre Scagni è stato operato una seconda volta per stabilizzare le fratture sul viso all’Ospedale Borea di Sanremo. Le sue condizioni sono stabili e la prognosi è riservata. Nel frattempo sono diciassette i detenuti trasferiti tra venerdì e sabato scorsi dal Carcere di Valle Armea dopo l’aggressione avvenuta la sera del 22 novembre scorso. A comunicarlo è stato il segretario regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria Fabio Pagani. “Il carcere di Sanremo merita un concreto sfollamento”, ha dichiarato Pagani, che da tempo sottolinea le condizioni in cui sono costretti a operare gli agenti in servizio a Valle Armea, a causa dell’esubero dei detenuti. I trasferimenti sono avvenuti proprio per problemi di sicurezza dovuti all’alto numero di reclusi.

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