La flessione dei risultati in matematica è comune a molti paesi Ue
La catastrofe sul raggiungimento delle competenze matematiche degli studenti quindicenni italiani non conosce freno. Il rendimento in questa disciplina è inferiore al 2018 di ben quindici punti. A suonare il campanello d’allarme sono i dati dell’indagine internazionale Ocse Pisa 2022, presentati da Invalsi nell’aula magna del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre. Laura Palmerio, responsabile dell’area indagini internazionali, Carlo Chiacchio, co national project manager Pisa con il presidente dell’istituto nazionale di valutazione Roberto Ricci, hanno provato a mostrare il bicchiere mezzo pieno ma i numeri sono preoccupanti sia per il nostro paese che per molti degli 81 membri dell’Ocse e di economie partner, che rappresentano 29 milioni di studenti in tutto il mondo.
A salvarsi sono solo Singapore, Giappone, Cina, Svizzera, Estonia, Canada e Paesi Bassi che in matematica superano i 490 punti assegnati dai ricercatori. L’Italia, che ha partecipato con un campione di 10.552 studenti estratto casualmente all’interno di 345 scuole, si ferma a 471 punti con un risultato simile a quello di altri paesi come, ad esempio, Germania (475), Francia (474), Spagna (473), Ungheria (473), Portogallo (472). Stiamo parlando di un’indagine triennale condotta su studenti quindicenni di tutto il mondo che rileva in che misura abbiano acquisito conoscenze e competenze fondamentali per partecipare pienamente alla vita sociale ed economica. Cifre che vanno lette con la lente d’ingrandimento.
La ricerca, infatti, profila due livelli: quello minimo di competenza classifica i ragazzi che riescono a compiere facili operazioni matematiche, di lettura e scientifiche attingendo a conoscenze di base apprese a scuola mentre quelli che non raggiungono questa soglia sono convenzionalmente denominati low performer. In Italia, gli studenti che raggiungono questo valore minimo (o superiore) sono il 70% per matematica (media Ocse: 69%). Va meglio per la lettura, 79% (media Ocse: 74%) e per scienze 76%, uguale alla media Ocse. Tuttavia, i quindicenni che hanno livelli eccellenti sono meno del 10% in tutti gli ambiti, mentre quelli che non possiedono le competenze minime sono più del 20%.
Altro dato allarmante: in Italia, i ragazzi hanno superato le ragazze di 21 punti in matematica. La differenza è la più elevata in assoluto tra tutti i paesi partecipanti. Viceversa, in lettura le ragazze hanno ottenuto un punteggio superiore ai ragazzi di 19 punti. Rispetto al ciclo precedente, queste differenze sono rimaste sostanzialmente stabili. “E’ una caratteristica del nostro paese. Un gap che altri Stati hanno iniziato a colmare con un’inversione di tendenza. Da noi, invece – spiega Palmerio – questa tendenza si verifica già alla primaria”. Va un po’ meglio per italiano e scienze. In lettura, i nostri studenti hanno ottenuto un punteggio superiore alla media Ocse, mentre in scienze, viceversa, il punteggio è risultato inferiore alla media anche se con nove punti in più rispetto al 2018. Proprio per questa disciplina va fatta particolare attenzione al trend: a fronte di un miglioramento rispetto al 2018, se si considera il periodo a partire dal 2006, l’andamento dei risultati è piuttosto stabile; se invece si considera il periodo dal 2012, l’andamento medio su dieci anni ha mostrato una diminuzione di diciassette punti.
Per quanto riguarda le differenze tra le aree del paese, la musica è la stessa di altre indagini: le aree del Nord Italia ottengono punteggi superiori alle aree del Sud in tutti e tre gli ambiti. Così per quanto riguarda le scuole di provenienza degli intervistati: nei licei e negli istituti tecnici, in matematica, lettura e scienze, più di due terzi degli studenti hanno raggiunto il livello base o superiore di competenza. Le percentuali vanno da un minimo del 67% nei tecnici in matematica, a un massimo del 90% nei licei in lettura. Nei professionali e nella formazione professionale la percentuale di questi studenti va da un minimo del 36% in matematica, a un massimo del 52% in lettura. Complessivamente, negli istituti professionali e nella formazione professionale la percentuale di studenti al di sotto del livello minimo in matematica, lettura e scienze è più che doppia rispetto a quella registrata negli istituti tecnici e nei licei. Da notare, invece, che secondo l’indagine il punteggio varia, in base alla condizione di provenienza, solo per il 13%.
A proposito della matematica, ci sono due altri aspetti non indifferenti che Ocse Pisa rileva. Il primo: in Italia gli studenti che hanno dedicato fino a un’ora al giorno all’apprendimento su dispositivi digitali a scuola hanno superato quelli che non l’hanno fatto di quindici punti; allo stesso tempo, tuttavia, il 38% dei ragazzi (è utile osservare che sono il 5% in Giappone e il 54% in Argentina) ha riferito di essere distratto dall’uso della tecnologia durante le lezioni di matematica. Il secondo punto: i sistemi educativi con tendenze positive al coinvolgimento dei genitori ottengono risultati stabili o migliori in matematica in particolare tra i ragazzi svantaggiati.